Sala del Consiglio comunale di Poviglio

POVIGLIO – La Sindaca e la Giunta desiderano fare chiarezza in merito alla situazione del Comune, a seguito dell’ennesimo atto di rottura portato avanti da cinque consiglieri della maggioranza che, come noto, hanno fatto mancare il proprio appoggio all’Amministrazione in occasione del Consiglio comunale dello scorso 10 maggio. La seduta prevedeva, tra gli altri punti iscritti all’ordine del giorno, anche l’approvazione del rendiconto 2021, adempimento fondamentale per la vita dell’Ente.

Dopo l’illustrazione tecnica da parte della ragioniera comunale, è intervenuta la (ex, nonché) attuale capogruppo Zannoni, che si è fatta portavoce del gruppo “Ascoltare Poviglio” (meglio: di una parte del gruppo, cioè lei e altri quattro consiglieri, su otto eletti nella lista omonima) e ha pesantemente attaccato l’Amministrazione per i tempi, a suo parere non sufficienti per esaminare i documenti ricevuti e ha puntato il dito contro la Giunta per non aver coinvolto il resto del gruppo nei passaggi pre-Consiglio. Ha poi preso la parola il consigliere Iemmi, ex segretario PD di Poviglio, che in modo polemico ha rincarato l’attacco nei confronti della Sindaca Ferraroni.

La prima cittadina ha voluto riportare l’attenzione sul tema all’ordine del giorno e, dopo alcune considerazioni di carattere più generale, ha fornito dati precisi, ripercorrendo anno per anno i risultati d’esercizio dell’ente, dal 2016 al 2021:

-630.478,44 € (2016),

-1.048.475,21 € (2017)

-466.982,01 € (2018),

-2.434.172,22 € (2019)

-181.628,96 € (2020)

-280.745,56 € (2021)

Su questi numeri è opportuno fare alcune ulteriori precisazioni. Infatti, sul risultato dell’esercizio 2019 – anno nel quale (a fine maggio) si è insediata l’Amministrazione in carica – ha inciso, in negativo, l’obbligo imposto dalla magistratura contabile di accantonare un maggiore importo di 1.942.968,69 € a copertura dei crediti di dubbia esigibilità, accumulati negli anni precedenti. Già il dato del 2020 ha tuttavia segnato una netta inversione di tendenza, nonostante la zavorra costituita dal piano di rientro sottoscritto con ASBR per onorare i debiti che si trascinavano dall’anno 2018. E arriviamo al 2021. L’ultimo dato, quello relativo appunto all’esercizio che si è chiuso lo scorso 31 dicembre, è stato fortemente condizionato dai maggiori costi (più che raddoppiati rispetto alla previsione a metà anno) a cui si è dovuto far fronte per salvaguardare l’operatività della casa protetta “Le Radici”, gestita da ASP. La Giunta, mantenendo fede agli impegni assunti con la cittadinanza, e lottando contro il rischio concreto di una chiusura, è riuscita nello sforzo di mantenere attivo un servizio fondamentale per l’intera comunità povigliese e, in particolare, per i suoi cittadini più anziani.

La sindaca Cristina Ferraroni

Oltre a quello per difendere la casa protetta, non meno impegno è stato speso per affrontare il nodo del recupero crediti: dopo anni di sospensione, determinata dall’emergenza Covid, la Sindaca, sostenuta dalla Giunta, ha dato una chiara e convinta indicazione agli uffici competenti: stanare gli evasori. Anche su questo fronte, i conti del 2021 testimoniano l’importante lavoro portato avanti dall’Amministrazione.

Eppure, nonostante la necessità prima di tutto morale di queste battaglie e nonostante l’impegno della Giunta per promuovere iniziative e progetti che guardano al futuro, i consiglieri del gruppo di maggioranza non ne hanno, fino ad ora, mai sostenuto attivamente l’operato, limitandosi a lanciare accuse e polemiche pretestuose: ne sono esempio le decine di interpellanze, mozioni e interrogazioni presentate in questi anni, che avrebbero potuto trovare risposta se solo gli interroganti, semplicemente, fossero passati in Comune a chiedere informazioni e, magari, a dare il loro contributo di idee e di tempo, purtroppo spesso in elucubrazioni su come riuscire “a far cadere senza far cadere” l’Amministrazione, scegliendo l’astensione, ammesso che possa considerarsi una (non) scelta.

E così, dopo che già nel Consiglio di fine novembre era andato in scena lo stesso copione, anche in quello di martedì hanno optato per la soluzione più rischiosa per l’Ente: facendo mancare i numeri necessari a portare avanti l’azione amministrativa, esponendo il Comune ad un altissimo rischio di commissariamento. Un rischio, forse, messo in conto, se non proprio accettato. Mai una volta la capogruppo, che attacca continuamente la Sindaca e la Giunta, si è fatta promotrice di azioni, di proposte, limitandosi meramente a puntare il dito.

La Giunta vorrebbe CONCRETAMENTE capire quando si sarebbe sottratta a momenti di condivisione, di dialogo, di confronto e quant’altro. Sarebbe ora di smetterla con meri attacchi politici da campagna elettorale e dimostrare questa accusa con elementi concreti. A questo punto è arrivato il momento di evidenziare quali rischi, drammaticamente concreti e reali, ha corso il paese a causa della scelta della maggioranza di astenersi.

Cosa sarebbe accaduto se la minoranza avesse partecipato al completo e votato contro? Il Comune sarebbe stato commissariato e si sarebbero arenati i tanti progetti e gli altrettanto numerosi (e ambiziosi) obiettivi, che lungi dall’essere bandierine o slogan da campagna elettorale, sono necessari per ridare un futuro all’Ente e al nostro paese. Il pericolo di un simile scenario è stato scampato solo per un mero errore interpretativo. Questa volta. Ma la prossima?

Rispediamo ai mittenti l’accusa infondata secondo cui la Giunta avrebbe mancato di informare i “propri” consiglieri. Chi spara simili fandonie forse dimentica (o fa finta di dimenticare) le riunioni, gli scambi, l’invio delle bozze, le richieste (accolte) di modifiche agli schemi e altri suggerimenti. No, non possiamo proprio accettare che si dica che è mancato l’ascolto, specie nel momento-chiave che si profila già all’orizzonte: il voto sul bilancio di previsione, che dovrà essere approvato entro il 31 maggio prossimo.

Ancora, qualche parola sui presunti ritardi nell’invio della documentazione: la Giunta e la stessa Sindaca (ci sono le e-mail che lo attestano) hanno ricevuto l’integrazione della revisora alla sua relazione nello stesso momento in cui lo hanno ricevuto i consiglieri. Si aggiunga poi che quella integrazione last-minute ha rappresentato un (apprezzabile) eccesso di zelo della revisora comunale, che ha voluto applicare un metodo nuovo (testualmente: “sperimentale”), ancora da affinare, che permetterebbe un’analisi di alcuni indici di finanza pubblica.

E’ servita questa postilla a far aprire gli occhi ai consiglieri sulle difficoltà del Comune di Poviglio? E’ servito questo rendiconto per far comprendere la gravità della situazione economico-finanziaria dell’Ente? Eppure, i consiglieri che si sono astenuti l’altro ieri hanno ricevuto anche le deliberazioni (anche queste tutte fornite brevi manu e pubblicate anche sul sito) con cui la Corte dei Conti ha attestato la situazione deficitaria dell’Ente già dal 2016.

Chiudiamo con un piccolo, quanto doveroso, inciso: la Giunta stessa ha ricevuto soltanto il giorno 10 aprile dalla capo-ragioniera il rendiconto, poi approvato al cardiopalma lo scorso 10 maggio. E’ un dato di fatto che nemmeno l’organo esecutivo ha potuto disporre dei giusti tempi per analizzarlo (ai consiglieri di maggioranza e di minoranza spettano, per legge, almeno venti giorni in cui deve restare depositato per poterlo analizzare…si pretende che la Giunta lo approvi seduta stante?).

Per questo la Giunta, nelle scorse settimane, ha protocollato e inviato via PEC, un documento, sottoscritto dalla Sindaca e da tutti gli Assessori, indirizzato agli organi deputati al controllo, in cui segnalava la difficoltà di procedere ad un’analisi di una tale mole di dati in tempi così ristretti. Ciononostante, è stato fatto l’impossibile per riuscire ad approvare lo schema del conto consuntivo in sede di Giunta appena due giorni dopo: è stato infatti approvato il 12 aprile così da garantire a tutti, in primis ai consiglieri, i venti giorni per l’analisi documentale, sforando di qualche giorno appena (previa, comunque, informativa alla Prefettura) appena il termine del 30 aprile.

Un’ultima domanda: ci si rende conto effettivamente dei danni REALI che vengono arrecati all’Ente e, cosa ancora più importante, a tutti i cittadini da questi continui attacchi e sgambetti all’operato di questa Amministrazione, della quale fa parte anche chi la attacca? Ai cittadini che – in un futuro più o meno prossimo, a seconda delle scelte che vorranno fare nelle prossime settimane coloro che l’altro ieri si sono astenuti – torneranno ad esprimersi col voto, la (crediamo) non ardua sentenza.