Erano le ore 4.04 del 20 maggio 2012 e tutti ricordano ancora la paura dopo la prima scossa di magnitudo 5.9 della scala Richter. La seconda scossa di magnitudo 5.8, il 29 maggio alle ore 9, riportò di nuovo i cittadini sulle strade provocando nuovi danni agli edifici. Oggi, a dieci anni dal terribile terremoto che ha colpito l’Emilia, a causa della pandemia di Covid-19 la ricostruzione di Reggiolo non può ancora dirsi compiuta. All’appello mancano ancora diversi edifici privati. “Nonostante l’abnegazione dei tecnici preposti al controllo delle pratiche, dei progettisti e delle imprese edili – spiega l’assessore alla Ricostruzione Franco Albinelli – in questi ultimi due anni la pandemia ha notevolmente rallentato i lavori. Ad oggi, sul complessivo delle 350 richieste di contributo finanziate con 131 milioni di euro, le pratiche presentate su edifici privati non ancora ultimati, ma con lavori in corso, sono 60 e di queste il 50%, 30, nella fase conclusiva”.
Oggi la ricostruzione pubblica, avviata solo dopo quella privata per rispondere da subito alle necessità delle famiglie, registra alcune difficoltà a causa del forte aumento delle materie prime che incidono pesantemente sui costi e inducono le imprese edili a rinunciare ai bandi per l’assegnazione dei lavori.
“Un esempio di questa situazione – precisa Albinelli – è quello della Scuola media Umbertina. Il vincitore della gara d’appalto ha infatti chiesto una sospensione contrattuale per verificare l’evoluzione della situazione dei prezzi. Temiamo che la stessa sorte possano avere i cantieri della Rocca, del Teatro Rinaldi, di San Venerio. L’augurio è che vengano presi in Regione i provvedimenti necessari per sbloccare questa situazione di stallo che sta penalizzando e ritardando quella piena e definitiva ultimazione dei lavori di restauro e ricostruzione di Reggiolo”.
L’obiettivo dell’amministrazione comunale di Reggiolo è quello di poter consegnare alla comunità, entro il 2024, un paese ricostruito e risanato dai danni del sisma.