Nuovi servizi (e tra questi un defibrillatore ad uso pubblico) per la comunità di San Polo d’Enza e nuovo automezzo per la cooperativa sociale Il Pilastro, che, in località Pontenovo gestisce la residenza per anziani “Beata Vergine di Pontenovo”, il centro diurno per disabili adulti, la scuola per l’infanzia e il nido “Mamma Mara”.
L’automezzo per Il Pilastro (modificato ed attrezzato con sollevatore idraulico per favorire la mobilità di anziani e disabili) è frutto dell’iniziativa dell’associazione “Muoviamoci insieme Centro”, di cui sono protagonisti la stessa cooperativa sociale e una quindicina di imprese della zona che hanno aderito al “Progetto Mobilità” e al “Progetto Save Life”.
“Il nuovo pullmino – spiega Giorgio Faietti, presidente della cooperativa sociale sampolese – ci consente di arricchire i mezzi che abbiamo a disposizione per gli spostamenti dei 12 disabili e 47 anziani ospiti della nostra residenza”.
“Il progetto portato a compimento – aggiunge Faietti – si inserisce a pieno titolo nel percorso di integrazione tra i servizi forniti dalla parrocchia (già nel 1915 venne aperta la scuola materna) e i bisogni, ma anche la mobilitazione attiva, della comunità locale, che più di trent’anni fa, nel 1990, portò alla nascita della Casa per anziani e del centro diurno per disabili adulti.
Il progetto, però non si è limitato alla messa a disposizione dell’automezzo, inaugurato alla presenza del Sindaco di San Polo, Franco Palù, di Fiorenza Bicchierai del Servizio Sociale Integrato Val D’Enza e del parroco Don Bogdan Rostkowski.
“A fianco della struttura – spiega Patrizia Cioccari, referente di Muoviamoci Insieme Centro – abbiamo anche inaugurato un totem dotato di defibrillatore al servizio di tutta la comunità locale e di un maxischermo sul quale saranno costantemente visibili informazioni di pubblica utilità: viabilità, allerta meteo, farmacie di turno, eventi e comunicazioni varie”.
“Siamo molto grati – conclude Fabrizio Bolondi, direttore de Il Pilastro – all’Amministrazione comunale per il patrocinio e, in particolare, ai coordinatori del progetto e alle imprese che hanno concorso a questi risultati, segnati proprio da una grande impronta solidaristica che è patrimonio della comunità”.