Le piogge degli ultimi giorni anche se con precipitazioni prevalentemente locali sul territorio emiliano hanno fatto crescere il livello del fiume Po dando sollievo alla fase conclusiva della stagione irrigua, che dallo scorso maggio ha registrato momenti di preoccupazione a causa di una secca storica che ha fatto scattare anche lo stato di emergenza. Le piogge al nord Italia hanno permesso al fiume Po di recuperare almeno mezzo metro di profondità passando dagli oltre 4,80 metri sotto lo zero dell’idrometro di Boretto agli attuali 4,34 metri sotto lo zero. Quota evidentemente bassa ma capace almeno di garantire il transito dell’acqua verso le pompe di bonifica di Boretto che portano risorsa idrica ai canali necessari per l’irrigazione delle campagne.

Va detto però che l’ha portata del fiume resta sempre a livelli discreti se paragonata anche ai maggiori fiumi Europei dove però le dighe e gli sbarramenti consentono di governare e gestire al meglio il livello dei corsi dell’acqua, non solo per l’irrigazione ma anche per la navigazione turistica e commerciale oltre che per il funzionamento delle centrali idroelettriche. Sbarramenti che potrebbero diventare indispensabili anche in caso di piene quando diventa necessario limitare il livello del Po sulle sommità degli argini. In Italia progetti in tal senso si susseguono ormai da decenni, se ne sente parlare dalla politica nazionale e locale ma finora senza nessun risultato concreto. Le costanti emergenze tra secca e piene ora vendono necessari un intervento concreto che eviterebbe lo stato di emergenza sia quando piove troppo ma anche quando non piove affatto. Perché continuano essere milioni milioni di metri cubi d’acqua dolce ogni giorno finiscono nel mare ma che potrebbero essere utilizzati in modo decisamente migliore.