Palazzo Ducale a Guastalla si prepara ad ospitare un’altra grande esposizione, Il giro del mondo in 500 anni, che inaugurerà domenica prossima 18 settembre alle ore 17 e sarà visitabile fino al 31 gennaio 2023. La mostra è organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Guastalla in collaborazione con la Biblioteca Maldotti di Guastalla e ha come curatore scientifico David Salomoni.

“La mostra Il giro del mondo in 500 anni spiega l’assessore alla cultura Gloria Negri – è stata pensata in occasione del cinquecentesimo anniversario della prima circumnavigazione del mondo. A mezzo millennio dal momento decisivo per la nascita del moderno mondo globale, si vuole accompagnare il visitatore attraverso un viaggio a ritroso lungo l’evoluzione della rappresentazione del globo terrestre. Il materiale utilizzato è interamente conservato presso la Biblioteca Maldotti; tra gli obiettivi della mostra vi è quello di unire la dimensione globale del contenuto storico e geografico alla dimensione locale rappresentata dal patrimonio bibliografico maldottiano”.

Il viaggio di Magellano ci racconta l’origine di una divisione del mondo che vedeva Spagna e Portogallo contendersi il dominio dei mari e dei futuri sviluppi commerciali dell’occidente. Insieme a Colombo e Vasco de Gama, questi viaggiatori posero le basi del moderno mondo globale.

La mostra è una occasione per parlare della nuova percezione dei confini del globo, dei nuovi popoli scoperti nonché degli strumenti utilizzati nella navigazione.

In un tempo in cui la tecnologia si avvaleva ancora del rapporto diretto con la natura, i punti di riferimento per orientare la via venivano dall’osservazione del cielo e delle stelle ed erano confermati dall’uso della bussola e dell’astrolabio.

Per questo una sezione è dedicata al cosmo e alle costellazioni e, in alcune date prestabilite sfocia in esperienze immersive all’interno di un planetario mobile nel quale sono proiettate e commentate le conoscenze astronomiche dal tempo di greci e romani: conoscenze che ancora oggi sono alla base dell’ orientamento spazio temporale.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Il percorso espositivo è articolato in più sezioni. All’inizio una grande mappa ricavata da un planisfero sinocentrico (con al centro l’Asia), raffigurante la Spagna sia all’estrema destra che all’estrema sinistra, permette di illustrare completamente la rotta seguita dalle navi dell’esploratore portoghese.

Nella prima sezione, una serie di planisferi contenuti in antichi atlanti e libri di geografia sono posti in ordine cronologico dal più recente al più antico. La volontà è condurre gradualmente il visitatore in un percorso dalla visione del mondo più nota e familiare fino a quella immaginata in modo da evidenziare la grande diversità tra le due rappresentazioni e instillare la curiosità su cosa sia avvenuto in mezzo. Dall’atlante novecentesco il percorso procede a ritroso lungo la storia della cartografia utilizzando le carte geografiche dei libri preservati in Maldotti.

La seconda parte dell’esposizione, attraverso una serie di carte geografiche continentali, si ripropone di mostrare i luoghi cruciali toccati da Magellano durante la sua circumnavigazione del globo. Prima l’America meridionale, poi il Pacifico e il sud-est asiatico, infine l’Africa.

Inoltre una serie di libri del XVIII e XIX secolo forniscono immagini utili alla rappresentazione del porto di Siviglia (da cui nel 1519 partirono le 5 navi delle quali solo una fece ritorno nel 1522), dello stretto di Magellano e delle isole Molucche per finire con il Capo di Buona Speranza. Immagini coloritamente commentate nel diario di Antonio Pigafetta, unica cronaca del viaggio giunta fino a noi nella sua integrità.

A questa sezione segue un accenno agli altri grandi viaggi di scoperta tra fine ‘400 e ‘500.

Quindi si passa alla descrizione dei più importanti strumenti per la navigazione utilizzati nel Cinquecento. Oltre alla descrizione della Victoria, l’unica nave tornata dal viaggio, e alla rappresentazione di una bussola e un astrolabio si aggiungono le riproduzioni di strumenti tridimensionali attraverso cui si rappresentavano le fasi lunari durante l’anno, la posizione dello zenit rispetto all’orizzonte o la definizione di latitudine e longitudine di tutti i punti della superficie terrestre conosciuta.

Un globo settecentesco propone una carta celeste con le costellazioni nominate e rappresentate nelle forme della iconografia leggendaria.

“A completamento di questo tema in alcune date prestabilite, è installato un planetario mobile all’interno del quale si possono vivere proiezioni del cielo in esperienza immersiva commentata da esperti di astronomia” annuncia l’assessore Negri.

Nell’ultima sezione si parla di come le scoperte geografiche hanno influito sulla cultura della realtà locale: si passa dai libri di geografia collezionati dall’Abate Maldotti a testi prodotti da una casa editrice guastallese e in uso nelle scuole di Guastalla che dimostrano come la geografia fosse insegnata all’inizio del XIX secolo.

L’interesse per la navigazione e i suoi strumenti è poi leggibile nella produzione letteraria cinquecentesca dell’Abate di Guastalla Bernardino Baldi, mentre l’influenza delle scoperte geografiche è rintracciabile nell’iconografia di pittori come Antonio Gualdi e nella ricchezza decorativa dei tessuti serici prodotti in zona nel XVI e XVII secolo.

Una ampia documentazione di commento, dal linguaggio semplice ma completo, accompagna tutto il percorso che si conclude con un efficace e avvincente video prodotto da RAI Storia.