REGGIO EMILIA – Tra i fili conduttori che caratterizzano la produzione letteraria di Cesare Zavattini c’è quello che riguarda l’impegno contro la guerra e il tema della pace. In occasione del 120° anniversario della nascita dello sceneggiatore (Luzzara, 20 settembre 1902) i due libri de La Nave di Teseo curati da Valentina FortichiariI diari inediti di Zavattini e La pace. Scritti di lotta contro la guerra ripropongono la straordinaria attualità della sua opera e saranno presentati sabato 1 ottobre alle ore 11.00 nella sala del Planisfero della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia dalla curatrice in dialogo con Alberto Ferraboschi, responsabile della Biblioteca Panizzi e curatore dell’Archivio Zavattini. 

Scrittore precocissimo, critico verso la società osservata tanto nei suoi aspetti dolorosi quanto in quelli umoristici, Cesare Zavattini costituisce un caso particolarissimo nell’ambito della letteratura italiana del ‘900. I suoi libri riflettono la sua profonda avversione per il Verismo e il suo odio per “il romanzesco, per l’eroe”, mentre diari, autobiografie, lettere, autoritratti si rifanno all’incontenibile bisogno di mettere a fuoco l’essenziale ‘verità’ del carattere umano.

“La pace – racconta Valentina Fortichiari – è stata il tema costante, ossessivo, il grande tema dei temi che ha improntato l’intera esistenza di Zavattini: quarant’anni di invocazioni, idee, progetti, interviste, di appelli all’umanità, di battaglie. Un tema che ha svolto in ogni forma, dall’annotazione nel quotidiano diario al talk epistolare giornalistico, radiofonico, e in ogni genere: letterario, teatrale, cinematografico, pittorico, e persino fumettistico. In lui, tema politico per eccellenza, che non ha mai abbandonato e per il quale anzi si è speso con una ostinazione inesauribile, generosa, implacabile.” Per la prima volta il volume La pace. Scritti di lotta contro la guerra (La Nave di Teseo, 2021) raccoglie quarant’anni di impegno contro la guerra di Cesare Zavattini. Un grande atlante della pace, composto di sceneggiature e idee per film, interventi, lettere pubbliche e messaggi agli amici, con molti materiali inediti, per raccontare l’instancabile contributo alla vita civile di un maestro della letteratura italiana.

Nell’occasione viene presentato anche un altro aspetto di Zavattini del tutto sconosciuto; si tratta de I diari di Zavattini (La Nave di Teseo, 2022), rimasti inediti fino ad ora e pubblicati per la prima volta a cura di Valentina Fortichiari e Gualtiero De Santi. I diari riguardano gli anni Quaranta e Cinquanta (dal 1941 al 1958), un periodo di grande interesse della biografia dello sceneggiatore in quanto comprende sia il periodo della guerra che la stagione “aurea” del Neorealismo di cui l’autore luzzarese è riconosciuto come uno dei padri fondatori. Nelle pagine del diario Zavattini si racconta e si confessa con un desiderio di sincerità, di conoscenza, di verità disarmanti in forma autobiografica, nutrita di immagini e di pensiero, riuscendo a offrire un quadro esatto e insieme appassionato di protagonisti e fatti cruciali del suo tempo. “Il mio sogno (la mia natura) – scrive Zavattini nel 1964 – è sempre stato di tenere e pubblicare un diario vero e proprio, un diario senza aggettivi. Questo nasceva da un desiderio abbastanza comune di unificarsi, di connettersi. […] Il materiale che presento riguarda la mia vita, della quale mi occupo sempre non perché la considero più importante delle altre ma per la sua prossimità e per il piacere che ne ricavo a consumarla, come quando si apprende qualche cosa di nuovo. Noi sappiamo tutto degli altri e nulla di noi, e viviamo come fosse il contrario. Imponiamo agli altri un noi sconosciuto. Il minuto stesso nel quale si scrive occupa tempo e spazio inesauribile.”