Dalle Passeggiate Green alla Storia contemporanea e alla Geopolitica, dall’Arte alla Musica, fino alla ricca rassegna dei Martedì aperti a tutta la città: è l’articolato cartellone d’autunno della LUC .
Si parte il 4 ottobre in Aula Magna Manodori di Palazzo Dossetti con I Martedì, con ospiti di primissimo piano. Li inaugura il professor Giuseppe Remuzzi, ricercatore di fama mondiale, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, che fin dall’inizio della sua attività ha affiancato al lavoro clinico in ospedale un’intensa attività didattica, in università italiane e straniere, e di ricerca. Autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche, ma anche di pubblicazioni pensate per il grande pubblico, Giuseppe Remuzzi, in dialogo con l’immunologo Marcello Pinti, presenterà il suo libro appena uscito da Laterza “Quando i medici sbagliano. E come discuterne in pubblico”, toccando temi centrali come i risultati eccezionali che la ricerca ottiene ogni giorno, la medicina in continua evoluzione, l’importanza di comunicare la scienza al pubblico, la critica della banalizzazione mediatica cui abbiamo assistito in questi anni… Il Martedì successivo, 11 ottobre, Vincenzo Trione, professore di Arte e media e Storia dell’Arte contemporanea allo IULM di Milano, direttore dell’Enciclopedia Treccani dell’Arte contemporanea e collaboratore del “Corriere della Sera”, in dialogo con il sociologo Federico Montanari, presenterà “Artivismo”: nei disomogenei scenari dell’arte del nostro tempo Trione individua l’affermarsi di una vocazione civile sottesa a tante esperienze artistiche (una per tutte la street art).
Ne sono protagonisti artisti-intellettuali che intervengono spesso all’interno di contesti segnati da emarginazione e problemi sociali, impegnandosi in atti concreti, coraggiosi, visionari. Per immaginare un altro presente. Spazio agli scrittori nei martedì successivi: Elena Stancanelli, scrittrice, sceneggiatrice – ha collaborato anche con Emma Dante – firma di “Repubblica”, della “Stampa” e di altre testate, parlerà, il 18 ottobre, con Mattia Mariani, direttore di Telereggio, del “Tuffatore”. Il tuffatore è Raul Gardini, l’imprenditore partito da Ravenna per conquistare il mondo entrato nella vita e nei ricordi (e nel romanzo) della scrittrice sullo sfondo di una provincia romagnola tra fantasmi felliniani, miti eroici, ascese e cadute rovinose. Una parabola che è anche il romanzo di una generazione scomparsa, di un pezzo di storia del nostro paese. Con Andrea Tarabbia, scrittore e traduttore, vincitore del Premio Campiello con il bellissimo libro dedicato a Gesualdo da Venosa, il 25 ottobre, entriamo nella letteratura russa che più di altre sembra aver subito il fascino fatale del Male. I grandi della letteratura russa hanno tutti fatto i conti con le presenze demoniache e le hanno rese protagoniste di alcuni dei loro migliori racconti (“Racconti di demoni russi”) che Andrea Tarabbia ha selezionato e che ci racconterà nell’incontro del 25 ottobre. Dai Demoni di Dostoevskij ai diavoli di Gogol, dal Faust di Puskin al Maestro di Bulgakov e poi Cechov, Lermontov, Leskov e tanti altri fino a Stravinskij.
Di immagini infernali, o meglio delle rappresentazioni dell’Inferno, ci parlerà Lunedì 7 novembre, Andrea Gamberini, storico del Medioevo, docente all’Università di Milano e in importanti università straniere, in dialogo con Carlo Baja Guarienti. “Inferni medievali: dipingere il mondo dei morti per orientare la società dei vivi” ci porta nel Tre Quattrocento italiano. Nelle immagini terribili delle atrocità infernali che si dispiegheranno sotto i nostri occhi, Andrea Gamberini vede non solo il trascendente messaggio biblico, ma soprattutto finalità sociali e politiche tese a plasmare la società dei vivi e i loro comportamenti.
Ancora uno storico, Alberto De Bernardi, docente di Storia contemporanea all’Università di Bologna, ci parlerà, martedì 15 novembre, di una sua curiosa ricerca sulla storia sociale della pasta che dall’ambito domestico e artigianale diventa prodotto industriale imponendosi come ‘primo piatto’ e come unico, autentico cibo nazionale, in grado di esportare l’italianità nel mondo, ma al tempo stesso di accettare condimenti dei popoli e delle terre con cui la ‘nostra’ pasta entra in contatto.
Margherita Galeotti, psichiatra e psicoterapeuta che ha svolto la sua formazione tra New York e Bologna ci porterà, il 29 novembre, nella storia dei servizi di salute mentale negli anni della realizzazione della legge 180, da lei vissuti in una realtà di ‘campagna’ della nostra provincia dove ha potuto realizzare esperienze innovative grazie a un contesto aperto alle relazioni e convinto dei valori della collettività. Dell’esperienza professionale parlerà con il professor Gian Maria Galeazzi, psichiatra, mentre alla voce dell’attrice Maria Antonietta Centoducati saranno affidate le pagine di ricordi personali dell’autrice tratte dal libro “Una psichiatra di campagna. Percorsi nei servizi di salute mentale”.
Il Po sarà protagonista dell’incontro del 6 dicembre, nel racconto fotografico di Paolo Simonazzi “Il filo e il fiume: riflessioni fra geografia e fotografia”. Paolo Simonazzi, che divide la propria vita tra l’attività di medico e quella di fotografo – tante e apprezzate le sue mostre in Italia e all’estero – ci racconterà il grande fiume che ha ‘modellato’ il paesaggio circostante e le persone che abitano i luoghi solcati dalle sue acque, territori uniti come da un filo, parte di un mondo che in realtà non esiste più e di cui l’autore – nel solco di una tradizione fotografica che inizia nel dopoguerra – ci consegna le ultime tracce. A dialogare con l’autore Davide Papotti, docente di geografia culturale all’Università di Parma.
Infine un a-solo, il 20 dicembre, di Pietro Del Soldà, dottore di ricerca in Filosofia sotto la guida del professor Galimberti, già docente in alcune università italiane, dal 2002 collaboratore di Rai Radio 3, dal 2011 voce e autore di “Tutta la città ne parla”. Tema della sua conversazione “La vita fuori di sé. Una filosofia dell’avventura”, l’avventura intesa ‘filosoficamente’ come apertura all’imprevedibilità dell’istante, antidoto al conformismo, al dominio dell’Io e alla tirannia del presente. Sarà un coinvolgente viaggio attraverso le infinite forme dell’esperienza più autentica dell’essere umano, in grado di rivoluzionare il nostro rapporto con il tempo e con gli altri, con la natura, le abitudini, il piacere… E’ solo l’avventura che “ci fa battere il cuore”, dice Kazantzakis nel suo Ulisse.
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