Compie 30 anni nel mese di ottobre il Centro Studi Spallanzani di Scandiano, uno degli istituti culturali più importanti della città dei Boiardo, la cui mission è quella di promuovere un incontro tra scienze umane e scienze della natura, nel solco del lavoro del grande Lazzaro Spallanzani che proprio a Scandiano, ha vissuto gran parte della sua vita e condotto gran parte dell’attività che lo ha portato ad essere unanimemente riconosciuto come il padre della biologia e della medicina.
Ricco il programma che si snoderà nel mese di ottobre, quando 30 anni fa furono riconosciuti al centro studi – che già operava informalmente – lo statuto e le cariche elettive.
Aprirà i battenti oggi, sabato 1° ottobre, negli spazi della biblioteca Salvemini di Scandiano, la mostra dedicata a Giambattista Venturi, allievo di Spallanzani e considerato il primo storico della scienza, oltre che cartografo e autore di una celebre “Storia di Scandiano”. La mostra, che sarà visitabile per tutto il mese di ottobre, in omaggio al trentennale del centro studi, riporta alcune tavole che descrivono la biografia di Venturi e alcune preziose testimonianze inerenti la sua attività e la sua impronta nella scienza moderna.
Appuntamento giovedì 6 ottobre invece con l’università del tempo libero e una conferenza dal titolo “Le cose e le pratiche della scienza” tenuta da Maria Franca Spallanzani, professoressa, e da Stefano Meloni, presidente del Centro Studi Spallanzani
Sabato 8 ottobre a partire dalle 9 invece la vera e propria celebrazione del trentennale del Centro Studi. Dopo i saluti delle autorità e del vice presidente del Centro Studi Oscar Poli sarà Bruno Cavalchi a ricordare Paola Manzini, fondatrice, per poi lasciare la parola all’attuale presidente Stefano Meloni che racconterà per tappe la storia dell’importante istituto culturale scandianese.
Alle 10.30 circa sarà illustrato da Meloni il volume “Lazzaro Spallanzani e il travaglio anatomico di Pierre Lyonet” da cui sono stati estrapolati alcuni brani che leggerà Maria Antonietta Centoducati.
Alle 11 Michela Zanni introdurrà il lavoro effettuato dagli studenti del Polo Gobetti di Scandiano sulla microscopia.
Alle 11.30 ci si trasferirà in Casa Spallanzani dove si ascolteranno musiche del Settecento, eseguite dai solisti dell’Istituto Peri-Merulo, prima del gran finale con la presentazione della teca contenente la replica filologica della Tavoletta di Pierre Lyonet realizzata da Fra’ Fedele da Scandiano per Lazzaro Spallanzani con il contributo progettuale e operativo di artigiani reggiani. Il tutto si chiuderà con un piccolo rinfresco.
Sempre all’interno della rassegna, mercoledì 12 ottobre alle 21 al Cinema Teatro Boiardo di Scandiano sarà invece proiettato il docufilm “Una cattedra per Laura Bassi” di Alessandro Scillitani e dedicato alla fisica e accademica italiana, alla presenza del regista e introdotto dalla presentazione del Centro Studi.
L’intervista al Presidente Stefano Meloni
Per introdurre meglio le giornate abbiamo fatto alcune domande al presidente del Centro Studi Spallanzani Stefano Meloni.
Presidente ci racconta questi 30 anni?
Non è facile raccontare trent’anni di attività senza correre il rischio d’essere enfatici o didascalici, descrivere ciò che il Centro Studi Lazzaro Spallanzani è andato costruendo in trent’anni di vita è impresa difficile, se non rischiosa: può accadere di dimenticare ciò che invece meriterebbe d’essere ricordato.
Giova allora chiederci, più in generale, quali siano state le linee guida che i fondatori del Centro hanno ipotizzato al momento della sua nascita.
E quali sono?
Lo statuto e le cariche elettive della nostra Associazione culturale sono state approvate il 24 ottobre 1992, anche se il Centro di fatto operava in modo informale già da alcuni anni. Infatti le linee originali del progetto furono indicate in un convegno dell’11 maggio 1986, ideato e condotto da Giorgio Prodi. L’obiettivo era senz’altro quello di sperimentare un incontro produttivo tra scienze umane e scienze della natura, tra storia delle scienze e storia delle idee, tra memoria della tradizione e stimoli dell’attualità. Tutto ciò attraverso la collaborazione di studiosi di diversa estrazione culturale, uniti nel riconoscere l’unicità del sapere.
Quali sono state le linee di intervento quindi?
Lo statuto approvato nel 1992 e successivamente solo ritoccato, prevede due itinerari d’intervento.
La prima: promuovere e favorire gli studi della storia della scienza intorno alla figura di Lazzaro Spallanzani e degli altri naturalisti e scienziati che hanno segnato la storia di Scandiano, influenzando, in modo decisivo, lo sviluppo della biologia e della scienza italiana ed europea; tutto ciò sollecitando l’incontro tra studiosi di diversa esperienza e ambito culturale.
La seconda quella di essere attento alle richieste del territorio, di porsi come istanza culturale al servizio della didattica delle scienze nella scuola e in altri istituti culturali. Il Centro Studi infatti è disponibile, là dove richiesto, a fungere da supporto attraverso interventi mirati, progetti di “alfabetizzazione scientifica”, mostre, convegni, laboratori interattivi, eccetera.
In questi primi 30 anni ci è riuscito?
Non dovrei essere io a dirlo ma a parlare dell’impegno del Centro sono stati i convegni nazionali e internazionali, le conferenze a tema, le mostre documentarie, i seminari di lavoro, le discussioni libere, gli interventi di esperti richiesti dalle scuole, non solo quelle del territorio. Anche le borse di studio assegnate a giovani ricercatori intorno a specifiche indagini di storia della scienza e ancora le pubblicazioni di significativi volumi presso editori in grado di assicurare un’ampia diffusione sul territorio nazionale e internazionale. In occasione del trentennale della fondazione il Centro Studi Spallanzani ha pubblicato un sobrio volume che raccoglie visivamente alcune delle iniziative portate a termine e che possono far intuitivamente comprendere quale sia stata la mole di lavoro realmente compiuta, anche quando i tempi si mostravano, per svariate ragioni, meno favorevoli.
E poi c’è la casa, la casa natale di Lazzaro…
Negli ultimi anni quella che è stata da subito la “naturale “ sede del Centro, l’abitazione dello scienziato situata nella odierna via Magati, 11 a Scandiano, già monumento nazionale con decreto regio del 1929, è stata visitata da un sempre maggior numero di persone. Materiali illustrativi, realizzati appositamente dal Centro, hanno permesso di far conoscere l’edificio e la storia in esso contenuta. La piccola mostra di eudiometri del Settecento in replica, presente nel sottotetto della casa, ha dato al visitatore la sensazione di appartenere per un momento ad un tempo nel quale la chimica pneumatica era ancora lontana e l’ossigeno veniva semplicemente chiamato “aria buona”.
A chi bisogna dire grazie per tutto questo?
Il pensiero va a coloro che in questi trent’anni ci hanno lasciato, a quelli che hanno donato al Centro il loro tempo e le loro competenze per far sì che si affermasse l’idea, nel nostro tempo così difficile da portare avanti, della cultura madre del vivere civile, di un sapere che non è un costo, ma un investimento per una società davvero moderna.
A Paola Manzini, prima presidentessa del Centro, un ricordo del tutto speciale, a quella donna dotta e volitiva che ha lavorato sempre affinché il sapere delle scienze fosse a tutti accessibile.
E infine al Comune di Scandiano, che ha voluto la nostra nascita 30 anni fa e che ancora oggi ci sostiene con immutata passione.
Tanti auguri allora…