Questa mattina il beato Artemide Zatti, originario di Boretto e morto in Argentina, diventerà santo. La celebrazione, presieduta da Papa Francesco, prevede anche la canonizzazione di un altro emiliano, il piacentino Giovanni Battista Scalabrini.

Il consigliere regionale Alessio Mammi e i sindaci dell’Unione Bassa Reggiana a Roma per la cerimonia

Da ieri una folta delegazione di 170 borettesi è a Roma per questa occasione importante, legata al laico salesiano originario della frazione di Santa Croce, dove a Zatti è stata dedicata una piazza con tanto di statua che lo ricorda.

Il prefetto Iolanda Rolli presente alla cerimonia insieme ad altre autorità emiliane
Statua di Artemide Zatti nella frazione Santa Croce di Boretto

Dopo le prime visite alla città eterna, ieri i borettesesi, guidati dal sindaco Matteo Benassi e dal parroco Giancarlo Minotta, hanno avuto un programma piuttosto intenso con l’udienza con il Pontefice nell’aula Paolo VI, il pranzo, la visita ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina, mentre oggi sono presenti sul sagrato della basilica di San Pietro per la messa della canonizzazione.

Subito dopo, per la comitiva presente a Roma, ci sarà il pranzo, con successiva partenza per il rientro a Boretto, previsto per la prima serata. A Santa Croce di Boretto c’è anche la casa dove Zatti era nato, alla fine dell’Ottocento.

Una vecchia casa di campagna, ora perfettamente ristrutturata dagli attuali proprietari, in cui Artemide visse fino a 17 anni di età, per poi partire con la famiglia per l’Argentina, dove era rimasto fino alla morte, negli anni Cinquanta. Proprio in Argentina si era messo in evidenza per bontà, disponibilità e aiuto verso i poveri, verso gli ultimi, in particolare per gli ammalati. Anni fa la beatificazione, a cui ora si aggiunge la canonizzazione, favorita anche da papa Francesco che, da argentino, ben conosce la storia del salesiano Artemide Zatti.

La casa dove Zatti era nato a Santa Croce di Boretto