di Giulia Misti
REGGIO EMILIA – Presidente del consiglio di amministrazione della “FINAL S.p.A.”, amministratore unico della “GPS Global Parking Solutions S.p.A.” e amministratore delegato di “Reggio Emilia Parcheggi”, Filippo Lodetti Alliata, noto imprenditore di origine siciliana, ha rilevato tre storici ed iconici ristoranti di Reggio Emilia: “A mangiare”, “Trattoria e Pizzeria del Buontempone” e “Canale Maestro”.
Dottor Lodetti Alliata lei proviene da una realtà imprenditoriale molto distante da quella gastronomica nella quale ha investito in 3 ristoranti. Come mai questa scelta? Cosa l’ha spinta?
Lo stile di vita che ho condotto sino ad ora mi ha sempre portato a frequentare il mondo della ristorazione e, quindi, conoscevo già, prima di rilevare queste tre realtà, sia tutti coloro che vi lavoravano all’interno sia la loro realtà operativa. Avevo accarezzato già da tempo l’idea di aprire una breccia all’interno del mio gruppo che avesse come target lo sviluppo entro questo campo. Ho avuto la fortuna di rilevare pietre miliari della ristorazione reggiana che mi hanno consentito di entrare nel settore dalla porta principale, con la possibilità, dunque, di organizzare, fare crescere e dare ulteriore impulso a questi ristoranti che sono ed erano già estremamente attivi nel tessuto sociale e cittadino. È una sfida che il mio gruppo ed io abbiamo raccolto con entusiasmo. Sono terminati i lavori di ristrutturazione di “A mangiare”, ora totalmente rinnovato, nell’ambito, comunque, del solco della tradizione importantissima che il ristorante ha sempre rappresentato nella comunità reggiana. “Il Buontempone” è, davvero, secondo me, uno dei punti di ristoro più importanti presenti a Reggio Emilia. Il progetto di “Canale Maestro” prevede una sorta di angoli di ritrovo rivolti ad una parte della cittadinanza reggiana che vuole avere qualità e la possibilità di gustare un drink o un aperitivo oppure trattenersi per cena in una delle location che, architettonicamente, ritengo essere tra le più belle a Reggio. Il “Canale Maestro” sta vivendo, quindi, una fase di transizione, di cambio di pelle per passare dal ristorante puro – precedente standard identificativo – a luogo di vero e proprio ritrovo, di cocktail bar, di clubbing, di socialità che secondo me, in parte, manca nella realtà reggiana soprattutto a livelli qualitativi medio alti.
Tre target differenti, quindi?
Si tratta di un progetto industriale che con queste tre prime acquisizioni ha di fatto tentato di raggiungere più target possibili, non a caso le tre location sono estremamente differenziate l’una dall’altra: “A mangiare” rappresenta il fine dining per eccellenza, il “Buontempone” la ristorazione maggiormente easy, seppur di grandissima qualità, e poi il “Canale Maestro” raggiunge un target completamente diverso, quello un po’ più serale e notturno in virtù della sua posizione.
Si può parlare, quindi, di continuità dell’offerta, con le tipicità emiliane, il pesce, la pizza, o ha portato in cucina i sapori e i profumi della sua terra d’origine, oppure ha creato delle contaminazioni culinarie?
La contaminazione è sempre cosa positiva soprattutto in cucina, ma il nostro obiettivo è di non snaturare la realtà dei ristoranti acquisiti: abbiamo, quindi mantenuto l’assoluta tradizione reggiana di “A mangiare”, coniugandola con l’innovazione di una giovane chef di Rubiera, dunque, emilianissima, capace di interpretare una cucina più moderna; “Il Buontempone” è impensabile poterlo modificare perché è il luogo in cui si trova una delle pizze più buone della città, e dove anche il pesce è sempre stato ed è molto apprezzato; quello che sta cambiando pelle, e che speriamo venga recepito presto nel sistema cittadino, è, appunto, “Canale Maestro” che da ristorante puro diventa un qualcosa in più, un locale di ritrovo. Basti pensare che abbiamo assunto un consulente specifico per questo, Giacomo Diamante, eletto miglior barman d’Italia per il 2023, quindi un punto di riferimento del settore.
La sua è stata una scelta coraggiosa. In un momento di crisi della ristorazione dovuta prima alla pandemia, ora al caro materie prime e al caro bollette e inflazione, i clienti si sono visti ridurre la capacità di spesa con conseguente rischio di perdita di guadagno per il settore. Come pensa di affrontare la situazione, per essere più competitivi e “sopravvivere” sul mercato?
L’operazione è figlia di un ragionato piano industriale che era quello di coprire il più possibile l’offerta reggiana e, quindi, diversificare la clientela che equivale a diversificare il rischio. Condivido il fatto che sia sicuramente un momento molto complesso per tutto il sistema economico e non ultimo, quindi, anche per la ristorazione, soprattutto per il rincaro delle materie prime. Bisogna tenere conto, tuttavia, quanto tutti gli indicatori economici riferiscono, ossia che tutto ciò che rappresenta la fascia medio-alta ha una sorta di contraccolpo inferiore rispetto ad una ristorazione più di base che vive su un cliente con un potenziale di spesa più contenuto. I nostri locali hanno un target di clientela medio-alta sulla quale il Sistema Paese inteso come rincaro, inflazione, preoccupazione per il futuro, impatta sicuramente meno. Lo confermano i numeri iniziali che sono confortanti e ritengo possano crescere ulteriormente con la riorganizzazione, anche perché non intendiamo fermarci qui, ma abbiamo già ulteriori progetti di sviluppo.
L’acquisizione di altri ristoranti, dunque?
Si, miriamo a implementare ulteriormente la nostra divisione di ristorazione e in programma abbiamo l’apertura di altre realtà che saranno, in parte, complementari e vicine a quelle già esistenti ma che completeranno ulteriormente l’offerta.
Lei è palermitano. Cosa della città di Reggio Emilia l’ha fatta innamorare per venire ad abitare qui dalla Sicilia e lanciarsi in questa avventura?
Con un termine un po’ abusato: “Cherchez la femme”. Sono stato sposato con una donna reggiana, i miei tre figli sono tutti e tre di fatto reggiani. Reggio, comunque, rappresenta, per me e per il nostro gruppo, un importante fulcro di interessi, anche per l’operazione Reggio Emilia Parcheggi, che ha visto la realizzazione del Parcheggio in Piazza della Vittoria, la gestione del Parcheggio della Caserma Zucchi, e, a breve, anche quella della Mediopadana, ottenuta in affidamento dal Comune.
È una città nella quale crediamo molto: dal punto di vista economico, finanziario e produttivo rappresenta uno dei fulcri più importanti del Paese intero. Se posso permettermi, però, nel settore della ristorazione è, forse, mancato qualcosa…
L’intervista completa sul n. 1/2023 di STAMPA REGGIANA disponibile nelle principali edicole di Reggio Emilia e Provincia