di Giuseppe Adriano Rossi

REGGIO EMILIA – Sabato 11 febbraio – festa della Madonna di Lourdes – la chiesa parrocchiale di Sant’Agostino ha confermato il suo ruolo di centro della devozione cittadina lourdiana, che risale alla fine del secolo XIX.

Lo ha confermato la consistente partecipazione di fedeli alla Santa Messa celebrata in mattinata da don Vasco Rosselli e a quella vespertina presieduta da don Carlo Pagliari, concelebrata da don Luca Grassi, don Umberto Iotti e don Gianni Manfredini.

Quest’anno la Festa mariana – che ha coinciso con la XXXI giornata mondiale del Malato – è stata contrassegnata significativamente dalla istituzione a ministro dell’Eucarestia di Monica Rossi della parrocchia dei Santi Agostino, Stefano e Teresa.

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Il rito è stato celebrato durante la Messa vespertina; con tale incarico Monica Rossi, oltre a portare la Santa Comunione agli ammalati, alle persone anziane e impossibilitate a partecipare alla celebrazione eucaristica, viene a diretto contatto con tante situazioni di sofferenza e può portare conforto e sostegno con la preghiera.

Nell’omelia don Carlo Pagliari, originario di Boretto, ha delineato le peculiarità della figura e dell’opera di sant’Artemide Zatti, anch’egli di origine borettese e poi emigrato a 17 anni in Argentina dove è morto. Desideroso di farsi sacerdote tra i salesiani di don Bosco, ha dovuto modificare il suo percorso vocazionale a causa della tubercolosi: il contatto con gli ammalati lo ha portato a studiare da infermiere, divenendo poi anche vicedirettore dell’ospedale salesiano in Sud America. Il suo sorriso, la sua disponibilità verso gli ammalati, i moribondi e chi era in situazione di disagio, la sua grande capacità di dialogo, l’accorrere con la inseparabile bicicletta dove veniva chiamato gli avevano conquistato l’affetto e la stima di migliaia di persone. 

Inoltre don Pagliari ha sottolineato la profonda devozione per la Madonna invocata con il titolo di “Maria Ausiliatrice” di Sant’Artemide, vero modello di laico consacrato, di infermiere e di salesiano.

Come è tradizione, la celebrazione eucaristica è stata conclusa, secondo la tradizione, dal canto dell’“Ave Maria” di Lourdes: la chiesa era illuminata solo dai flambeaux alzati dai tantissimi fedeli