REGGIO EMILIA – Dal 28 aprile all’11 giugno torna Fotografia Europea a Reggio Emilia, il Festival di fotografia internazionale – fresco vincitore dell’edizione 2022 dei Lucie Awards a Los Angeles, il premio più ambito nel settore, quale miglior Photo Festival of the Year – promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio e con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

Lo sguardo della 18/a edizione è diretto verso la più stretta attualità in cui le radici dell’identità individuale e sociale vengono messe costantemente alla prova: “Europe matters: visioni di un’identità inquieta” è il tema cui fanno riferimento i progetti selezionati dalla direzione artistica del Festival, composta da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart.

Luigi Ghirri

Un’edizione caratterizzata, oltre che dalla qualità delle mostre, anche dal livello degli incontri, delle conferenze, delle presentazioni di libri e dalle attività educational che verranno organizzate nel corso del festival.
Partendo da una riflessione sull’idea di Europa e sugli ideali che la costituiscono, le mostre mettono in luce domande sulla condizione attuale del mondo multiculturale e globalizzato che viviamo, un mondo in cui l’Europa non esercita più, ormai da tempo, quell’egemonia spirituale e materiale che per secoli le è stata riconosciuta. Gli artisti tracciano, attraverso il medium fotografico, “le linee dinamiche e incerte di un’identità sempre più mobile e variegata, con l’obiettivo di dare senso all’inquietudine che la attraversa”.

Myriam Meloni


Come sempre le sale dei monumentali Chiostri di San Pietro saranno il fulcro del festival, ospitando dieci esposizioni, mentre nella sede dei Chiostri di San Domenico sarà esposta la mostra dedicata alla committenza che ogni anno il festival affida ad un artista diverso insieme ai due progetti vincitori della Open Call: la committenza è stata affidata a Myriam Meloni, fotografa italiana che vive e lavora tra Barcellona e Tangeri. La mostra storica di questa edizione sarà dedicata a Sabine Weiss, una tra le più importanti voci della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, scomparsa nel 2021 all’età di 97 anni.