Andriu Deplazes – Two fluorescent balls – 2023 – olio su tela – 252 x 196 cm – Courtesy of the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zurich Ph. David Giancatarina

REGGIO EMILIA – La Pattern Room della Collezione Maramotti ospita il progetto di Andriu Deplazes dal titolo Burning Green, prima mostra personale in Italia del giovane artista svizzero, con base a Marsiglia.

Andriu Deplazes – Trompetersoldat mit Piccolo und Uniform (Trompetersoldat with piccolo and uniform) – 2023 – inchiostro, acquerello e olio su carta – 69,5 x 49,5 cm – Courtesy of the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zurich – Ph. David Giancatarina
 

Nel corpus di oltre trenta opere, la maggior parte delle quali realizzate appositamente per questa esposizione, Deplazes sviluppa il suo approccio formale e concettuale alla pittura, confrontandosi con una maggiore scala di lavoro e con inedite modalità di produzione e di allestimento.

L’immaginario drammatico evocato dal titolo della mostra, declinato in uno stile originale che rielabora segni e atmosfere della pittura occidentale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento – dall’Art déco a Ernst Ludwig Kirchner, da Ferdinand Hodler a Pierre Bonnard, da Käthe Kollwitz a Francis Bacon e a Nancy Spero – si collega sia ai temi che alla tecnica propri della ricerca di Deplazes. Il “verde che brucia” può essere un riferimento al paesaggio, alla crisi ambientale e allo sfruttamento aggressivo del territorio, così come agli elementi che rimandano alla sfera militare presenti in alcuni dei nuovi lavori o alle tracce di colori fluorescenti che connotano le opere dell’artista.

Nel lavoro di Deplazes emergono echi di esperienze personali e frammenti di attualità intrecciati secondo due direttrici di ricerca primarie: il ruolo dell’essere umano, da un punto di vista filosofico e antropologico, sia nella sua dimensione sociale che in relazione alla natura.

Muovendo da un interesse per l’indagine delle questioni identitarie e per la rielaborazione degli schemi di potere all’interno delle società e delle strutture familiari, l’artista colloca le sue alienate figure umane-umanoidi, spesso isolate, diafane e dai tratti indefiniti, in stranianti interni domestici o in contesti dominati dalla forte presenza della natura. Nudi, deformati e apparentemente vulnerabili, questi soggetti androgini offerti al nostro sguardo sono al centro di una riflessione sulla percezione di sé e del proprio corpo, di cui mettono in discussione la morale comune e gli estremi connessi al voyerismo e al narcisismo.

Andriu Deplazes – Körper mit Katzen und Blumen am Tisch (Body with cats and flowers on the table) 2022 – olio su tela – 90 x 80 cm – Courtesy of the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zurich – Ph. David Giancatarina

Venati di malinconia, equilibristi sospesi tra presenza narrativa ed evanescenza fisica, i suoi personaggi incarnano archetipi di un’umanità che si e ci interroga, con ironica determinazione, sull’identità, sulle dinamiche sociali e sulla condizione dell’uomo nel presente, in rapporto a un contesto ambientale, vegetale e  animale selvaggio o, più spesso, già antropizzato.

La crisi ecologica, il consumo del paesaggio tramite forme di agricoltura estensiva – ma anche il suo depotenziamento attraverso narrazioni stereotipate–, la concezione romantica del rapporto tra l’uomo e la natura, il concetto di wilderness, l’uomo nella natura, la natura dell’uomo e la natura della Natura: tutto questo è parte di ciò che Deplazes trasforma in opere a un tempo critiche e oniriche, davanti alle quali la sensazione di disagio si accompagna all’empatia, a una percezione di familiarità con ciò che riconosciamo come intrinsecamente umano.

In occasione della mostra sarà pubblicato un libro che includerà una conversazione tra l’artista e Julian Denzler, curatore presso il Museum zu Allerheiligen di Schaffhausen; e testi di Anna Deplazes, ricercatrice senior e capo progetto per l’University Research Priority Programme Global Change and Biodiversity (URPP GCB) presso l’Università di Zurigo (UZH) e del critico d’arte e curatore indipendente Davide Ferri.