Reggio Emilia – Ha destato preoccupazione la realizzazione di un ampio piazzale di oltre 1000 mq in area privata, annesso ad un casolare in aperta campagna, interamente pavimentato con inerti da demolizione. L’informazione, acquisita dalla Polizia Locale di Reggio Emilia, è stata rapidamente veicolata ai Carabinieri Forestali che sono intervenuti il 10 marzo scorso. Alla luce del controllo effettuato dalla polizia giudiziaria, l’episodio è stato subito riconosciuto in un illecito smaltimento di rifiuti pericolosi: impossibile infatti acquisire la documentazione comprovante una corretta tracciabilità del materiale depositato sul suolo ed il suo corretto recupero. Sarebbero circa 170 le tonnellate di rifiuti edili provenienti dall’industria delle demolizioni utilizzate come sottofondo per il piazzale e la relativa carraia di accesso. Dopo avere individuato il fornitore degli inerti, una società di Correggio (RE) operante nel settore, i militari hanno proseguito gli accertamenti investigativi presso il sito di provenienza, effettuando un immediato controllo dell’azienda. Il materiale fornito è risultato però privo di documentazione in grado di attestare la legittima provenienza dei rifiuti e, men che meno, il loro avvenuto recupero. Da qui, la conferma che il materiale utilizzato come sottofondo per la realizzazione del piazzale e della strada di accesso è da intendersi “rifiuto speciale pericoloso”.  Ma le problematiche contestate dai militari non si fermano qui: la società infatti è risultata completamente priva della prevista autorizzazione per il trattamento di rifiuti. Nonostante ciò, presso la sede della ditta erano presenti due cumuli di inerti, anche questi qualificabili come rifiuti da costruzione e demolizione, posti in sequestro preventivo dai Carabinieri Forestali. Il provvedimento è stato poi convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari: si tratterebbe in totale di quasi mille metri cubi di rifiuti. È stato quindi deferito alla Procura di Reggio Emilia il presunto responsabile, dipendente della società, al quale sarebbero addebitabili non solo le responsabilità legate alla gestione dei rifiuti all’interno del complesso aziendale ma anche la realizzazione dei lavori effettuati nella campagna reggiana, con l’illecito smaltimento sul suolo di rifiuti edili. Un altro esempio di minaccia al patrimonio naturale della Provincia, prontamente ostacolata dai Carabinieri Forestali, grazie alla quotidiana attività di contrasto delle minacce all’ambiente e agli ecosistemi.