BRESCELLO – Cresce l’interesse della comunità brescellese attorno al progetto del nuovo polo Eco-Logistico in zona Dugara, dopo la distribuzione della lettera a tutti i cittadini e le prime informazioni fornite da Claudio Bacchi, titolare del noto Gruppo Bacchi con sede a Boretto, sull’intervento che si vorrebbe realizzare.

“Ringrazio i tanti cittadini che ci hanno mandato domande, hanno espresso apprezzamento o richiesto chiarimenti in merito al progetto del nuovo polo intermodale Eco-logistico. Vedere che attorno al tema si è creato interesse ovviamente ci fa piacere, e vogliamo quindi fornire risposte e chiarimenti, per far capire più nel dettaglio quali potranno essere gli effetti dell’intervento sul territorio. Partendo dal fatto che il nuovo polo ridurrà da subito il traffico di mezzi pesanti sulle principali arterie brescellesi: ci è stato chiesto come sarà possibile arrivare a questo risultato visto che, per trasportare le merci sui treni che sfrutteranno la linea ferroviaria elettrificata, i camion dovranno comunque arrivare e ripartire dal polo e usare le strade. Attualmente sulla viabilità di Brescello e dintorni transitano più di 1.000 camion al giorno, dei quali circa la metà sono semplicemente in transito verso altre destinazioni, e metà sono invece in arrivo per consegne o ritiro di merci nelle principali aziende locali, che movimentano comunque una grande quantità di merci.

Il nuovo polo-intermodale andrebbe a gestire proprio questa seconda parte (circa 500 camion), senza andare a incrementare il numero di mezzi pesanti in circolazione, anzi riducendola. L’ipotesi progettuale è che, una volta a regime, dal polo eco-logistico transitino 5 treni al giorno che nelle fasi iniziali saranno sicuramente meno, 2 o 3 al giorno, e anche quando arriveremo ai 5 previsti, tutti transiteranno in orari che non arrecheranno disagio ai cittadini. Ogni treno trasporterà merci per un totale di 50 camion, scaricando quelle in arrivo e poi caricandone altrettante in partenza. Il trasporto del cosiddetto “ultimo miglio” di queste merci, potrà essere effettuato da soli 25 camion che andranno a sostituire insieme al treno quei 500 camion che arrivano ogni giorno nel nostro territorio: porteranno le merci in arrivo dal treno alle aziende locali, e quelle in partenza dalle aziende al treno, compiendo ciascuno circa 8/10 viaggi al giorno sempre a pieno carico.

Questo significherebbe movimentare la stessa quantità di merci con molti meno mezzi e in orari non di punta: oggi la maggior parte dei camion che arrivano alle aziende nel territorio una volta scaricato ripartono vuoti, e quelli in partenza caricano le merci per poi tornare vuoti, spesso con tempi lunghi di attesa nei piazzali delle aziende e ingolfando comunque le arterie locali. Inoltre sono tutti in movimento insieme nello stesso arco orario. Aggiungo poi che il trasporto dell’”ultimo miglio” sarà un servizio offerto alle aziende dal polo Eco-logistico, e per effettuarlo puntiamo a mettere in servizio dei camion elettrici: attualmente questi mezzi sono poco performanti sulle lunghe distanze, ma visto che qui parliamo di trasporti brevi, in un raggio di circa 15 chilometri, sarebbero ideali, e contribuirebbero ai benefici ambientali connessi al nuovo polo”. 

Benefici che saranno anche molti altri: “Intanto parliamo di trasferire circa il 60 – 70% del trasporto di merci dalle e per le ditte locali dai camion al treno elettrico, che ad oggi è il mezzo meno inquinante che ci sia secondo tutti gli studi ambientali: attenendoci a stime molto prudenti e riduttive su quella che è la movimentazione sul territorio, il trasferimento di un traffico merci di circa 3 milioni e 500 mila tonnellate dalla gomma alla rotaia significherebbe un risparmio annuale di almeno 12 milioni di litri di gasolio consumati, che sono equivalenti a 30.000 tonnellate di Co2 in meno emesse in atmosfera, pari a 200.000 nuovi alberi piantati, uguali a un bosco di 200 ettari creato ogni anno. E c’è anche una ricaduta benefica sul degrado delle strade con meno mezzi pesanti in circolazione. Inoltre il polo intermodale vedrà il completamento sui tetti un impianto fotovoltaico in grado di produrre 6 megawatt all’anno, che è più di quanto consumerà l’infrastruttura e i mezzi utilizzati per la movimentazione delle merci completamente forniti con energia rinnovabile, con grandi vantaggi ecologici”.

“Vorrei chiarire che andiamo verso la possibile realizzazione di una infrastruttura di servizio, non di produzione, conclude l’imprenditore: gestiremo quindi i flussi di traffico attuale, non andremo a generarne nuovo. Per l’intervento sarà interessata un’area, quella di Dugara, che è destinata ad insediamenti produttivi da più di 20 anni e che attualmente non presenta alcun elemento di pregio naturalistico: è un’area inghiaiata, non è un’area verde. La realizzazione dell’infrastruttura è prevista secondo le certificazioni ambientali di massimo livello e con un bilancio ad emissioni zero: tutto il processo costruttivo sarà monitorato. Del resto a mettere a disposizione i finanziamenti per l’opera è un fondo europeo, di carattere istituzionale e non speculativo, specializzato in interventi tesi al miglioramento ambientale e alla decarbonizzazione.

In questi anni credo che il gruppo Bacchi abbia dimostrato di tenere al territorio in modo molto concreto, creando ambienti fluviali fruibili attraverso l’utilizzo delle ex cave diventate aree verdi. Inoltre vorrei informare i cittadini che l’area industriale Dugara nasce nel 2003, e già dal 2008 fu dichiarato lo scopo per la realizzazione del futuro Polo intermodale. Per questo il Gruppo Bacchi ha finanziando direttamente la realizzazione di Via Peppone e Don Camillo, con interventi di urbanizzazione primaria, illuminazione pubblica, rotatorie, parcheggi e pista ciclabile, e inoltre ha ceduto gratuitamente oltre 27mila mq di area verde vicino all’area sportiva al Comune, per un valore totale di circa 4 milioni di euro. Crediamo fortemente in questo progetto, e auspichiamo che il dibattito pubblico in merito prosegua: si tratta di una infrastruttura che porterebbe indubbi vantaggi anche alle imprese del territorio che potranno proporsi in modo più adeguato, moderno ed ecologico al mercato europeo e mondiale”.