REGGIO EMILIA – Sono sul piede di guerra i medici di medicina generale, che per voce di Euro Grassi, segretario generale provinciale della Fimmg Reggio Emilia, hanno reso nota l’intenzione di proclamare lo stato di agitazione della categoria finalizzato, tra le altre cose, allo sblocco delle trattative aziendali, al potenziamento del personale infermieristico ed amministrativo aziendale per le cure primarie territoriali reggiane, all’applicazione immediata delle norme. Una mozione finale è stata approvata lo scorso 1 aprile dal Consiglio Direttivo Provinciale FIMMG Reggio Emilia, e inviata al Prefetto di Reggio Emilia, all’Assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna, alla Commissione di Garanzia per lo sciopero neiservizi pubblici essenziali ed al Direttore Generale Azienda USL di Reggio Emilia.
“Ogni medico riceve giornalmente in media 120 telefonate, 60 whatsapp, 30 sms e fax“
“Ogni Medico di famiglia, anche a causa della chiusura degli ospedali, divenuti per acuti ma senza aver mai potenziato le cure primarie dal 1979, ha 732 pazienti su 1500 affetti da 1 a 5 patologie croniche, 2 reparti e mezzo di lungo degenti da seguire a domicilio con a disposizione 0.34 infermieri domiciliari pubblici/MMG – scrive con fervore Euro Grassi – ogni medico riceve giornalmente in media 120 telefonate, 60 whatsapp, 30 sms e fax dai cittadini che non ricevono risposte dai servizi delle Ausl; pur essendoci leggi che obbligano gli specialisti ospedalieri e convenzionati a scrivere direttamente i loro accertamenti ed a redigere i certificati INPS, evitando così di far girare i cittadini come trottole, gli stessi inviano i cittadini ai curanti, quasi fossero scrivani pubblici, i medici di famiglia sono i soli a non essere collegati ai server dei dati clinici delle aziende per cui lavorano e quindi non sono collegati con gli ospedali, i PS ed i laboratori, con conseguenti gravi rischi per la popolazione, duplicazione di accertamenti nei PS, intasamento delle liste di attesa pubbliche. I Medici di famiglia si trovano a non avere più il tempo necessario per visitare in studio e seguire i cronici e gli allettati, perciò dicono basta”.
“In assenza di provvedimenti, trascorsi 10 giorni i medici metteranno in atto ogni forma di protesta”
La FIMMG Reggio Emilia ha quindi dichiarato lo stato di agitazione per i soli MMG della provincia di Reggio Emilia, in attesa della risoluzione delle problematiche per scongiurare forme di protesta più impegnative e dannose per tutti gli attori coinvolti. “Trascorsi i termini previsti dalla legge per le procedure di raffreddamento e conciliazione, in assenza di provvedimenti concreti della Ausl di Reggio Emilia, – si legge nella nota – metterà in atto ogni legittima forma di protesta: i Medici iscritti alla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale addetti al Servizio di assistenza primaria a ciclo di scelta inizieranno, dal 10° giorno successivo alla data della presente comunicazione, ad applicare letteralmente le norme anti deburo non trascrivendo più prescrizioni delegate ma reinviando al prescrittore, a non erogare certificazioni di altrui spettanza ed a non osservare i RAO non concordati ma i codici nazionali di priorità UBDP, senza alcuna modifica o attenuazione nell’erogazione dei propri servizi assistenziali al cittadino, oltrechè ad effettuare azioni di sensibilizzazione diretta dell’opinione pubblica in tutti i loro studi anche con cartelli e sui social circa la grave situazione delle cure territoriali”.