REGGIO EMILIA – Qual è il grado di maturità delle imprese sui temi della sostenibilità? Quali ostacoli futuri dovranno affrontare le imprese e quali nuove buone prassi e modelli di business dovranno adottare? Come può CNA far fronte a queste esigenze?
Da queste domande ha preso il via l’indagine sulla sostenibilità, per comprendere meglio lo stato della sostenibilità nelle PMI del territorio, con la finalità di individuare le criticità ma anche le opportunità che la sfida della sostenibilità comporta, presentata oggi nella sede di CNA dal direttore generale Azio Sezzi, dai presidenti di CNA Produzione, Silvio Bordoni, di CNA Impresa Donna, Beatrice Sgarbi, di CNA Industria, Giuseppe Conti, e dalla referente del progetto, Ughetta Fabris.
CNA Reggio Emilia ha adottato un piano biennale di attività sul tema: l’obiettivo principale del progetto è quello di aiutare le imprese ad orientarsi verso comportamenti più sostenibili, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e di conformarsi alle nuove linee guida che imporranno il bilancio di sostenibilità a partire dal 2024 che avranno ricadute anche sulla filiera di subfornitura. Inoltre, la Regione Emilia-Romagna sta adottando diverse misure di sostegno e incentivi per le aziende che adottano pratiche sostenibili.
CNA si impegnerà per implementare ed offrire una vasta gamma di servizi, tra cui consulenza alle aziende per l’accesso a bandi e finanza agevolata (tramite Prefina), la formazione, la nuova certificazione di parità di genere. Inoltre, grazie alla rete di CNA HUB 4.0, fornirà supporto nell’ottenimento di certificazioni ambientali e di sostenibilità. PMI Energia, nuova società del sistema, è un ulteriore servizio offerto da CNA che ha come finalità quello di aiutare le aziende a implementare soluzioni energetiche sostenibili e a ridurre i costi energetici.
“Oltre allo sviluppo del sito dedicato, abbiamo in cantiere molte attività, – ha detto Ughetta Fabris, referente progetto CNA Sostenibilità e CNA HUB 4.0 – come dei focus group, il primo sarà il 14 giugno sulla certificazione di genere, e dei momenti di orientamento nelle scuole per approfondire i temi della sostenibilità di prodotto, di processo e sociale.”
Sono intervenuti anche tre presidenti di CNA Reggio Emilia. La prima è stata Beatrice Sgarbi, Presidente CNA Impresa Donna, che ha parlato di sostenibilità sociale: “è molto importante per le PMI investire nel welfare valorizzando il lavoro dei dipendenti, affinché abbiano un efficiente equilibrio vita-lavoro. Orari flessibili, buoni pasto e possibilità di smartworking sono operazioni che generano un senso di soddisfazione e fedeltà nei confronti dell’azienda, riducendo così il turnover, problema che oggi affligge le imprese”.
Silvio Bordoni, Presidente CNA Produzione, che nella sua azienda ha attivato un’azione sostenibile di economia circolare, utilizzando gli scarti di carpenteria metallica per la realizzazione di arredi di design: “Il progetto di CNA è molto importante perché accordi e protocolli sono già stati siglati, come l’Agenda 2030, e non ci sono vie di scampo: le PMI dovranno soddisfare gli obblighi di sostenibilità e CNA ha l’obiettivo di aiutarle a prepararsi alle deadline.”
“Questa è una nuova rivoluzione, come è già successo, le imprese si dovranno adattare e fare propri i criteri di sostenibilità, ha concluso Giuseppe Conti, Presidente di CNA Industria. Con l’implementazione di nuove strategie che ottimizzano il processo produttivo, come l’installazione di macchinari che riciclano gli scarti e l’assistenza a distanza, le imprese risulteranno anche più attrattive agli occhi dei dipendenti e collaboratori.”
Il sondaggio è stato effettuato su un panel di 100 imprese appartenenti ai settori manifatturiero (52%), servizi (35%) e edilizia (12%). Dal punto di vista dimensionale il target maggioritario è quello delle piccole medie imprese da 10 a 50 dipendenti (il 30% sono imprese da 1 a 9 dipendenti, il 16% sono imprese senza dipendenti e solo il 6% è composto da grandi aziende con oltre 50 dipendenti).
I RISULTATI
Secondo i risultati dell’indagine, solo il 26% delle aziende ha attivato un sistema di monitoraggio e gestione del proprio impatto sull’ambiente.
Il 43% delle aziende ha definito obiettivi e target di miglioramento del proprio impatto ambientale. Tuttavia, il 57% delle aziende non ha ancora definito obiettivi e target di miglioramento.
Il processo di certificazione ambientale, nonostante non sia ancora stato avviato dal 91% delle imprese, è oggetto di interesse per il 55% di esse che hanno partecipato al sondaggio.
Elevato l’interesse delle aziende a introdurre azioni per la riduzione dei consumi energetici, in particolare impianti fotovoltaici e sistemi d’illuminazione a LED.
In tema di sostenibilità sociale, il 42% delle aziende ha adottato policy specifiche per garantire il benessere dei propri dipendenti, come strumenti di welfare. E’ ancora poco diffusa tra le aziende la presenza di policy specifiche per garantire pari opportunità. Solo , il 27% delle aziende hanno attivato percorsi di questo tipo.
Il 33% delle aziende afferma di essere in possesso di certificazioni di prodotto o processo; molte manifestano interesse per intraprendere il percorso. Il 42% delle aziende ha incluso nel proprio portafoglio d’offerta prodotti con caratteristiche sostenibili, segno di una crescente attenzione alla sensibilità green dei consumatori, in particolare i ‘Giovani’ più sensibili verso questi temi. Solo il 7% delle aziende hanno dichiarato di aver svolto analisi, studi e ricerche aventi ad oggetto la percezione sostenibile dei propri clienti rispetto all’azienda, al marchio o ai prodotti offerti: questo denota che vi è ancora una scarsa consapevolezza sull’importanza di tali attività.