
REGGIO EMILIA – Entro la prima metà di luglio verrà realizzato un cancello nel sottopassaggio della stazione storica, in modo da renderne più difficile l’accesso: è questa la principale novità emersa nella riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di stamattina, convocato dal prefetto Maria Rita Cocciufa per esaminare gli interventi da mettere in campo per innalzare i livelli di sicurezza della zona stazione e, in particolare, per dare seguito all’esigenza, emersa già nella riunione del 1° giugno, di rendere inaccessibili i locali durante le ore notturne. Oltre al questore, ai comandanti provinciali di carabinieri, guardia di finanza e vigili del fuoco, all’assessore Marchi e vertici della polizia locale e provinciale, erano presenti rappresentanti della polizia ferroviaria, della polizia stradale, della AUSL, di FS security, Trenitalia e FER.
La presenza del presidio di polizia ferroviaria, in genere fino all’una di notte, sta dando i propri frutti: bisogna quindi evitare che i soggetti problematici entrino nella stazione dopo quell’orario. Occorre però contemperare l’esigenza di chiudere i locali nelle ore notturne con quella – messa in luce anche dal comandante dei vigili del fuoco – di garantire la funzionalità delle vie d’esodo anche durante la notte, poiché fino alle 2 e a partire dalle 4.30 vi sono treni che transitano. La soluzione individuata è stata quella di realizzare il cancello nel sottopassaggio, al quale stanno già lavorando FS security e il comune di Reggio Emilia che, inoltre, sta implementando nuove telecamere.

Oltre che sulle strutture occorre però intervenire sulle persone, anche dal punto di vista
socio-sanitario: sul punto, i rappresentanti del dipartimento di salute mentale della AUSL hanno rilevato notevoli difficoltà ad approcciarsi, perché emergono spesso importanti vulnerabilità psico-fisiche. Ecco perché è intenzione del prefetto di «sviluppare la tematica anche al di là dei profili di ordine pubblico, coinvolgendo i servizi sociali, il privato sociale e le comunità di stranieri, in modo da individuare il modo più efficace per affrontare congiuntamente, anche sul piano della prevenzione, le problematiche e le vulnerabilità che caratterizzano parecchi richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati, tra cui quelli che gravitano intorno alla zona stazione».