REGGIO EMILIA – L’attività svolta dalle Fiamme Gialle di Reggio Emilia – che trae origini da specifici input derivanti da analisi di rischio svolte dal Nucleo Speciale Entrate della GDF – è stata orientata al riscontro del corretto utilizzo dei crediti d’imposta concessi dallo Stato a fronte dello svolgimento di attività di “ricerca e sviluppo”, così come previsto dall’art. 2 della Legge del 23 dicembre 2013 nr. 145.

Tali crediti vengono riconosciuti alle imprese che, indipendentemente dalla forma giuridica e dal settore economico in cui operano, effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo per favorire nuove conoscenze nel proprio ambito operativo o accrescere quelle già esistenti, anche mediante la sperimentazione di nuove linee di produzione o la modifica delle caratteristiche tecniche e funzionali di un prodotto. L’accesso a tale beneficio è subordinato alla redazione di una relazione tecnica illustrativa delle finalità progettuali, redatta da un responsabile aziendale appositamente nominato, controfirmata dal rappresentante legale della società e sottoposta a certificazione di un revisore legale.

Dalle attività ispettive è emerso che i progetti di ricerca e sviluppo svolti dalle società beneficiarie, in alcuni casi, difettavano dei requisiti di “novità, creatività, replicabilità e sistematicità” previsti dalla normativa di riferimento mentre, nei casi più gravi, gli stessi progetti sono risultati non essere mai stati svolti rendendo, a tutti gli effetti, “inesistenti” i crediti utilizzati a compensazione dei debiti tributari.

Per i casi più gravi, 4 legali rappresentanti delle società ispezionate sono stati denunciati, in quanto l’indebita compensazione assume rilevanza penale, superando la soglia di 50.000 euro annui.

L’azione di servizio rientra nella quotidiana attività del Corpo a contrasto dell’evasione fiscale contribuendo alle prospettive di ripresa e di rilancio dell’economia del Paese e favorire una più equa ripartizione del prelievo impositivo tra i cittadini.