REGGIOLO (RE) – Il pubblico delle grandi occasioni e un abbraccio caloroso dei reggiolesi all’inaugurazione della Fondazione Officina Belle Arti, un luogo d’arte e cultura aperto alla città e al mondo. 

Al battesimo di ieri mattina, nella splendida sede di Villa Fassati in via Cantone 2 a Reggiolo, erano presenti le autorità, l’arcivescovo Giacomo Morandi, l’assessore della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi e il sindaco di Reggiolo Roberto Angeli, i promotori dell’iniziativa, diversi imprenditori e tanti cittadini. Quello della Fondazione, come ha ricordato il sindaco Angeli, è un progetto reso possibile con la concessione d’uso di Villa Fassati da parte della Fondazione Santa Maria delle Grazie e grazie ai contributi della Regione – ben 4 milioni di euro per il recupero post sisma –  e degli imprenditori del territorio.

“Oggi festeggiamo un progetto nato da persone illuminate – ha esordito Angeli ringraziando tutti i presenti – un progetto di una ‘Casa dell’arte’ qui a Reggiolo. Sono certo che la Fondazione Officina Belle Arti lascerà il segno nella nostra comunità, ma non solo. Il nostro obiettivo è che questa Villa sia sempre aperta, che si riempia di ragazzi e di vita. Quando gli edifici, come in questo caso, vengono ricostruiti devono essere poi ‘consumati’, vissuti, riempiti di persone e di attività. Anche questa volta vorremmo arrivare a questo risultato. Da settembre-ottobre saranno aperti corsi gratuiti alla cittadinanza, ai giovani, che introdurranno all’arte in tutte le sue forme”.

La parola è poi passata all’assessore regionale Mammi, che ha portato i saluti del presidente della Regione Stefano Bonaccini. Mammi ha preso ad esempio la nuova iniziativa reggiolese per toccare il tema della ricostruzione dopo l’alluvione romagnola. “Anche questo – ha detto – è un esempio concreto del lavoro straordinario che è stato fatto in questo territorio dopo il sisma dell’Emilia. Un esempio per tutto il Paese, come ha detto Mattarella, un modello che ora vogliamo adottare anche per la Romagna colpita dalle alluvioni nelle scorse settimane. Un modello per le risorse messe in campo, ma soprattutto per la forza, la tenacia, la laboriosità delle imprese, dei comuni, delle istituzioni, delle persone. Sono stati ricostruiti gli edifici, i luoghi, però ora dobbiamo ricostruire e rafforzare le relazioni umane, il piacere di vivere insieme. Spazi come questo penso possano rafforzare quel valore di sentirsi comunità. Abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo, di rimettere la persona al centro: la cultura, l’intelletto, l’anima, lo spirito. E non c’è umanesimo se non si investe sulla cultura”. 

L’arcivescovo Giacomo Morandi ha parlato di come la nascita di una Casa delle arti a Villa Fassati si inneschi in una delle grandi tradizioni della Chiesa: l’arte come spazio privilegiato per trasmettere la fede. Morandi ha ricordato i suoi studi sul tema della bellezza. “L’arte – ha detto – è intimamente collegata al bene e al vero, cioè quando il bene e il vero prendono forma concreta, questo si chiama bellezza. Ecco perché la Chiesa ha sempre privilegiato una via che avesse la possibilità di dimostrare il fascino, la bellezza della fede. La bellezza ha la capacità di proporre dei contenuti, ma senza pretendere un’adesione. Diventa anche un ponte con il Creatore”. “Sono felice – ha continuato – di inaugurare un luogo dove le persone possano sperimentare la bellezza, un luogo poliedrico, con tante espressioni dell’arte luogo di ristoro e consolazione. Abbiamo bisogno che le generazioni abbiano la possibilità di trasmettere la loro esperienza, la tradizione. Possa essere questo luogo davvero uno spazio capace di esprimere la centralità della persona, un cenacolo di incontri, di crescita”.

La parola è poi passata agli ideatori dell’iniziativa: Gianfranco Marchesi, Mario Pavesi e Fabio Storchi. Il dottor Marchesi ha parlato della necessità di un neorinascimento globale, capace di dare una speranza negli altri. “Il Rinascimento – ha ricordato – fu una stagione complessa e coraggiosa, uno slancio creativo che portò a una nuova epoca. Oggi questo neorinascimento, da più parti auspicato, dovrebbe contenere soprattutto ingredienti di tipo umanistico: la bellezza, l’arte, la cultura, ma anche l’empatia, la solidarietà, l’altruismo, la fraternità, l’amore per il prossimo, l’amicizia, la gratitudine, il perdono e la gentilezza, pagine del Vangelo che oggi hanno ottenuto avvallo scientifico. Ecco l’attualità di questo luogo”. 

Marchesi ha fatto poi riferimento alle neuroscienze, a come il cervello reagisca alla bellezza, come ad esempio alla visione di un’opera d’arte. “La bellezza è una metaemozione che porta al piacere. La bellezza è stampata nel cervello, perché di bellezza ha bisogno. Questo bisogno, che è anche desiderio di conoscenza, ha consentito di superare il caos. L’arte è dunque uno stimolo ricco e potente, complesso, culturale ed emozionale”. 

L’artista Mario Pavesi ha parlato di un desiderio, quello di creare un luogo dedicato all’insegnamento dell’arte, che ha preso forma pian piano. Un desiderio nato dalla consapevolezza di quanto sia importante trasmettere un’esperienza alle nuove generazioni. “La creatività – ha spiegato – è qualcosa che coinvolge dal punto di vista emozionale e nella mia idea di far nascere un luogo capace di dare ampio spazio alla creatività c’è sempre stata anche la condivisione. Ho incontrato persone capaci di unire creatività e concretezza. Le parole assumono valore se sono seguite dai fatti e, in questo caso, posso dire che tutti i protagonisti di questo progetto hanno parlato e reso possibile questo progetto”. 

Pavesi guarda avanti e pensa anche a far crescere la Fondazione: “Io spero di portare qui anche il progetto Erasmus, affinché a Reggiolo arrivino a studiare studenti dall’estero. Vogliamo avere grandi obiettivi: in primo luogo vogliamo trasmettere qualcosa agli altri, perché così avremo onorato la nostra vita”.

Ha concluso gli interventi Fabio Storchi, che ha parlato di quanta collaborazione ci sia stata per arrivare alla Fondazione Officina Belle Arti. “Il progetto – ha ricordato – ogni giorno si arricchiva di qualcosa di nuovo, di nuove visioni. Abbiamo visto tante virtù in campo. E c’è una cosa da sottolineare: questa è una fondazione che vive con il volontariato. Chi partecipa lo fa per spirito comunitario. Un aspetto che dà fiducia, perché è proprio questo il ‘combustibile’ della società e anche del mercato”.

Storchi ha poi evidenziato come la nascita della Fondazione pensi anche all’ambiente. “Tutti hanno parlato di bellezza. La bellezza consente alle persone di ricreare una propria dignità, di coinvolgersi, di immedesimarsi, di trovare un senso di appartenenza. Qui si incontrano bellezza, cultura e anche ambiente. Questa villa ha infatti un grande parco. Facendolo rivivere è stata fatta un’operazione importante anche dal punto di vista ambientale”.

Dopo il taglio del nastro e la benedizione, nelle sale di Villa Fassati è stato possibile visitare la mostra “Futura” degli artisti Mario Pavesi e Lorenzo Lanzi.

Per scoprire poi i corsi e le iniziative della Fondazione Officina Belle Arti: www.fondazioneofficinabellearti.it.