La rappresentazione teatrale nel seminario di Toledo

I numerosi giovani partiti da Reggio Emilia per la Giornata mondiale della Gioventu’ sono arrivati a Toledo. Il racconto di Don Luca Grassi.

“Siamo arrivati a Toledo nel centro della Mancia, splendida città dove è morto il pittore El Greco e sede della magnifica Catedral primada di Spagna. Nessun ostacolo ha fermato l’entusiasmo dei giovani che hanno dovuto affrontare diverse difficoltà nel trasferimento da Barcellona a Toledo, quali la rottura di alcuni pullman.

Il coro Diocesano diretto da Samuele Gozzi

Alla sera nella splendida cornice del seminario di Toledo ha avuto luogo una rappresentazione teatrale su don Chisciotte della Mancia, scritta e interpretata da Daniele Castellari con l’aiuto di tre giovani, Michele, Alessandro e Stefano e il coinvolgimento di tutti i giovani.

Don Chisciotte muore di “desengano” nel letto: perché alzarsi dal letto per i propri sogni per poi essere derisi e presi a botte dai mulini a vento, senza che il mondo cambi, se non il contadino e fido scudiero Sancio Panza? Ne vale la pena? Don Chisciotte è stato un matto, un sognatore, un eroe o un santo?

Daniele Castellari conclude lo spettacolo interpretando un clown  matto che gioca ai dadi la tunica di Gesù con i soldati che lo hanno crocifisso e vince.

I giovani reggiani nella Sagrada Familia

Chiede, però, non la tunica, bensì la vita di Gesù. Sale su una scala per convincere Gesù a scendere: bravi medici si prenderanno cura di lui. Gesù però rifiuta di scendere, deciso a offrire la sua vita per la salvezza anche di una sola persona.

Il clown conclude che Gesù è più matto di lui e si chiede: “ne vale la pena?”

Questa domanda viene ripresa, alla fine della rappresentazione, dall’arcivescovo  Giacomo come una delle domande centrali nella vita di ogni uomo: vale la pena essere in questo pellegrinaggio? 

Mons. Morandi invita i giovani a prendere in mano e  a leggere il diario di Hetty Hillesum, giovane morta in un campo di concentramento, dopo aver lavorato nel campo di transito di Westerbork come assistente sociale, rinunciando a salvarsi la vita. “Si vorrebbe essere un balsamo per tante ferite”, questa l’ultima frase del diario di Etty.

La serata si è conclusa con un momento di ballo ed allegria che ha visto al centro i nostri fratelli e sorelle giordani. Oggi ci aspetta un’altra giornata intensa e ricca di spunti di riflessione ha concluso Don Luca Grassi.