Giuseppe Carotenuto con il suo allenatore

Il colore azzurro della Nazionale di pugilato si tinge sempre più di granata. L’ultimo leone della Reggiana Boxe Olmedo ad aver ricevuto la convocazione per uno stage con la Nazionale youth (under 18) a Roma è il ballerino di casa Giuseppe Carotenuto. Con diciannove match ufficiali all’attivo, di cui quindici vittorie, il 60 kg allenato dal maestro Michael Galli ha convinto i tecnici azzurri con una strepitosa vittoria ottenuta al prestigioso Torneo Mura, terminato poche settimane fa. Gli altri azzurri reggiani, lo ricordiamo, sono Alfred Commey, Giacomo Giannotti e Annalaura Demuru.

Carotenuto, nel concentramento che si è tenuto a Perugia, ha mostrato una boxe pulita, fatta tutta di gioco di gambe e di scelte di tempo. Una danza elegante ed efficace che gli è valsa la convocazione in Azzurro. Nella finale del torneo Carotenuto ha portato lo sfidante a collezionare tre squalifiche, nell’inutile tentativo di accorciare le distanze. Il pugile reggiano continuava a mandarlo a vuoto e a rientrare, dominando il ring dall’inizio alla fine del match. 

Giuseppe Carotenuto

Giuseppe è nato a Scandiano, da genitori che provengono da Pompei. Oggi vive a Cadelbosco Sopra con padre, madre e il fratellino di dieci anni, anche lui appassionato baby-boxeur iscritto nella palestra del Mirabello. L’approdo di Carotenuto ai guantoni lo si deve proprio al piccolo Andrea. “E’ un po’ strano perché di solito succede il contrario, ma io ho iniziato perché mio fratello più piccolo a sette anni si era appassionato al pugilato e così sono andato in palestra con lui. E adesso ci alleniamo insieme…”. Per Giuseppe, prossimo alla maturità, la disciplina del pugilato e la sua filosofia sono andati ben oltre il solo beneficio fisico. “La boxe mi ha cambiato molto – racconta il ballerino granata – Quando ero più giovane avevo timore di girare da solo per strada, ricordo che mi spaventavo persino se una persona si alzava in autobus: pensavo volesse venire a dir qualcosa a me.

 La boxe mi ha reso più sicuro di me stesso e di conseguenza anche molto più tranquillo”. Un cambiamento di cui anche i genitori si sono accorti: “Loro non mancano mai ai miei combattimenti, mai. Hanno visto come mi ha trasformato”. Di esempi da seguire in palestra, Giuseppe ne ha avuti parecchi: “Giannotti e Commey, per me sono sempre stati un punto lontano da dover raggiungere”. Importantissimo, per un pugile, è conoscere i propri mezzi. E Carotenuto si descrive così: “Io sono un pugile più tecnico che picchiatore, di solito gestisco i match muovendomi molto sulle gambe e tenendo la distanza grazie alle leve lunghe. Sono alto 179 cm”. Carotenuto frequenta l’istituto tecnico informatico e nel futuro, oltre alla disciplina sportiva, vorrebbe aiutare il padre nell’azienda di famiglia che commercia prodotti surgelati. Ma ora, tutta la testa è concentrata sullo stage di Roma di fine agosto con la Nazionale. Un sogno diventato realtà.