REGGIO EMILIA – In vista dell’arrivo di migranti stranieri, destinati per alcuni mesi, pare fino al 31 dicembre, a essere accolti nelle ex scuole elementari di Santa Vittoria di Gualtieri, viene organizzato un incontro informativo, domani alle 18, alla sala civica di palazzo Greppi, in paese, per illustrare ai cittadini del paese le modalità dell’operazione di accoglienza. Sono attesi all’incontro il sindaco Renzo Bergamini, il vice prefetto Gabriele Gavazzi, i responsabili della Caritas. Nei giorni scorsi il primo cittadino ha annunciato la disponibilità ad accogliere fino a una quindicina di migranti, con priorità a donne con figli minori. Per togliere ogni dubbio e rispondere ai quesiti dei cittadini, è stato convocato un incontro pubblico illustrativo. L’argomento ha diviso i pareri a Santa Vittoria, con molti cittadini che avrebbero preferito sapere con adeguato anticipo i contenuti di questo progetto e non a decisione già prese con un’assemblea pubblica il giorno dopo Ferragosto. E ci sono anche ragazzi che chiedono lumi sul progetto annunciato legato al Progetto Giovani, che doveva essere accolto proprio nelle ex scuole e che ora rischia di essere perlomeno rinviato. Da segnalare inoltre che l’accoglienza riguarderà solo il primo piano della ex scuola, con la banda e la scuola di musica locale che continueranno l’attività. Poi, da gennaio, dovrebbero proseguire gli altri progetti già in previsione.

Intanto a Reggio Emilia città il Comune e la prefettura stanno valutando il ricorso ai magazzini comunali di via Mazzacurati. Nell’ultimo mese e mezzo nella nostra provincia sono arrivati circa 100 richiedenti asilo e tra questi anche minori non accompagnati. Non sono più sufficienti gli alloggi già impiegati dalle cooperative sociali che fino ad ora hanno gestito l’accoglienza in modo diffuso, distribuendo i migranti in appartamenti sparsi per la città così da non creare ghetti. Ora però la situazione è diventata più complessa e quindi ci si deve attrezzare. Da qui la richiesta della Prefettura ai sindaci di individuare luoghi e strutture pubbliche dismesse o inutilizzate per trasformarle in alloggi evitando dunque le tendopoli. Si valutano strutture che possano ospitare fino a un massimo di 15 o 20 posti letto. Non oltre questi numeri per evitare che si creino problemi di ordine pubblico.