A Reggio Emilia la squadra del progetto Aurora, con sede in via Adua, si è dovuta ritirare dal campionato della FIGC per la mancanza di atleti, conseguenza della decisione della Federazione Italiana Gioco Calcio che ha rimosso la norma sul cosidetto Ius Soli, norma che permette ai minorenni non italiani che risiedono in Italia di essere iscritti come italiani a partire dal decimo anno di età.
Sull’argomento sono intervenuti l‘assessore allo sport Raffaella Curioni e il presidente della Fondazione per lo Sport Mauro Rozzi:
“E’ umiliante escludere i ragazzi dallo Sport e dal calcio. E non può avvenire a Reggio Emilia, impegnata sui diritti delle persone e in particolare su quelli di cittadinanza, non ancora riconosciuti. Sullo Ius Soli, da tempo siamo in prima linea insieme ad altre città, rivendicandone l’importanza e la necessità imprescindibile in un Paese democratico e attento ai diritti di libertà e uguaglianza quale dovrebbe essere il nostro.
Consentire ad un ragazzo under 14, che frequenta le nostre scuole, che vive nella nostra città e che risiede qui seppur con una nazionalità non italiana, di poter giocare a calcio ed essere tesserato vuole dire dargli la possibilità di far parte di un percorso educativo e formativo, di integrazione e cittadinanza, che consenta di renderlo parte di un progetto di vita nella comunità, oltre che di sport.
La Federazione del Calcio ha irrigidito le norme di tesseramento per gli under 14, che oggi, per tesserarsi, hanno necessità di presentare complicatissimi documenti e certificazioni ulteriori, sulla base di norme scellerate, costruite da chi continua a non voler riconoscere lo ius soli e dunque a limitarlo in modo del tutto inaccettabile.
Siamo fermamente convinti che lo Sport abbia un valore educativo potentissimo e che l’unico effetto di questo ulteriore restringimento di regole sia quello di scartare da processi educativi, di integrazione e socializzazione proprio quei ragazzi che ne hanno certamente più bisogno perché più fragili e meno protetti dalla nostra legislazione. Per noi questa è una cosa inaccettabile.
Lo Sport è un motore potente e fondamentale di integrazione ed inclusione e noi come città continueremo ad impegnarci per consentire a tutti di poter accedere alle tante opportunità che questa terra, anche grazie a società sportive di quartiere, continua a mettere in campo. Affiancheremo il progetto Aurora e tutti coloro che continuano, con noi, a portare avanti questa battaglia di uguaglianza, democrazia e dignità delle persone a partire dallo Sport.” Raffaella Curioni, assessora allo Sport del Comune di Reggio Emilia Mauro Rozzi, presidente della Fondazione per lo Sport