REGGIO EMILIA – “Luciano Armaroli ci ha lasciati e la sua scomparsa ci addolora profondamente, vogliamo esprimere la nostra sincera partecipazione al lutto che ha colpito i suoi famigliari”. Così l’associazione Apro ETS, ricorda il medico reggiano scomparso nei giorni scorsi a 82 anni.
“Vorremmo ricordare e sottolineare il ruolo importante esercitato nel nostro ospedale non solo per la fondazione e la direzione della Radioterapia Oncologica ma anche per aver fondato con il dott Giuliano Bedogni un’associazione di volontariato come Ascmad Prora (Associazione per lo studio e la cura delle malattie dell’apparato digerente e progetti per la radioterapia) un’associazione che grazie al contributo di tante e tanti volontari ha contribuito all’acquisizione e allo sviluppo di tecnologie e risorse umane che hanno fatto del nostro ospedale un centro d’eccellenza e di richiamo per tanti medici italiani e stranieri diventando una garanzia di sicurezza e di cura per migliaia di pazienti.
Il ricordo del suo lavoro, della sua capacità professionale, della sua generosità e del suo entusiasmo nel mettere tutto sé stesso a disposizione degli altri e di chi aveva bisogno d’aiuto è un’immagine che rimarrà sempre, un esempio illuminante di come interpretare la nostra attività di ricerca, il nostro ruolo di medici e di persone con capacità di ascoltare e sintonizzarci coi bisogni degli altri e di tutti coloro che chiedono e chiederanno il nostro aiuto”.
Anche la Direzione dell’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia si unisce alla memoria di Luciano Armaroli, primo direttore della Radioterapia del Santa Maria Nuova, attraverso il ricordo che ne traccia Cinzia Iotti, oggi Direttore della Struttura di Radioterapia del Santa Maria Nuova, servizio che il professionista aveva diretto dal 1985 al 2008.
“Luciano Armaroli è stato molto di più di ciò che può essere espresso dal suo ruolo. Perché la radioterapia di Reggio Emilia lui l’ha fatta nascere e l’ha resa un gioiello. Se oggi Reggio può contare su un reparto bellissimo e accogliente e in grado di offrire le migliori terapie è grazie a lui. È stata la sua sfida e ci è riuscito. Luciano è stato un pioniere, precursore dei tempi. Lo è stato quando, nei primi anni 90, ha voluto che i freddi e asettici ambienti ospedalieri si tingessero di colore e si arricchissero di quadri e sculture; o quando nel 2001 ha promosso nella nostra pratica clinica l’introduzione della IMRT, una tecnica molto complessa che ha cambiato il destino di molti pazienti e ancora oggi è considerata lo stato dell’arte in radioterapia. Sarebbero passati anni, anzi decenni, prima che altri – in Italia e non solo -facessero le stesse cose.
Ha saputo parlare alla gente e convincerla dell’importanza della radioterapia e della donazione per sostenerla. Un’impresa difficile ma in cui lui è stato incomparabile. Luciano aveva una grande visione: l’ha sostenuta con tenacia e l’ha realizzata. “Scienza e Arte” era il suo motto. Innovatore, carismatico, affabulatore, appassionato, impetuoso e combattivo, seducente ma anche pungente e intransigente, impegnato allo spasimo a difendere i suoi principi, nella sanità come nella società. Così io ricordo Luciano Armaroli. Io, il mio reparto e chiunque abbia bisogno delle nostre cure gli dobbiamo moltissimo.
Caro Luciano, la tua impronta è in ogni parte: in ogni angolo del reparto e dentro di me. Sarà così sempre perché ciò che hai seminato ha radici profonde e non smetterà mai di crescere. Tutte le persone della Radioterapia di ieri e di oggi, ti ricordano e ti ricorderanno sempre”.