
REGGIO EMILIA – Con il saggio “I Patriarchi verdi di Reggio Emilia”, curato dal botanico prof. Ugo Pellini, il Club per l’Unesco di Reggio Emilia ODV ha ottenuto un importante riconoscimento nel Concorso “La Fabbrica del Paesaggio, edizione 2023”: il Diploma di merito. Questo prestigioso attestato è stato consegnato sabato scorso dalla presidente FICLU (Federazione italiana dei Club e Centri per l’Unesco), arch. Teresa Gualtieri, nella splendida cornice del Museo del Palazzo Trinci di Spoleto, a Catia Iori, presidente del Club di Reggio, nel corso della cerimonia che celebrava il Paesaggio Culturale evolutivo.

Nel corso della serata sono state presentate, insieme a diversi candidati di caratura anche europea, le 21 proposte arrivate in finale, capaci di incidere sul paesaggio, secondo modelli di sostenibilità ambientale, economica e sociale, con scopi culturali, didattici e di pubblica utilità. Il lavoro di Pellini è stato particolarmente apprezzato perché analizza e documenta i sei alberi monumentali di Reggio Emilia che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha inserito nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia.
A livello nazionale questo inventario comprende oltre 4000 alberi, selezionati in base alla loro età, alle loro dimensioni, alla rarità botanica, al pregio paesaggistico, nonché al valore storico, culturale e religioso. Si tratta in prevalenza di piante già presenti alla fine dell’Ottocento, che hanno accompagnato la vita degli uomini per tutto il secolo passato e che sono ancora in grado di farlo anche per altri decenni o forse più.
L’albero di maggiori dimensioni è il Cedrus deodara, che vegeta all’interno del giardino di quella che un tempo era la Reggia Ducale di Rivalta. Non è da meno, come dimensioni, la Roverella di Rondinara di Scandiano, conosciuta come “la Quercia dei cento rami”; l’ alta visibilità da grandi distanze ne esalta al massimo l’imponenza. A Castelnovo ne’ Monti, ai piedi della Pietra di Bismantova, nel Piazzale dell’Eremo vegeta un grande Acero; per la scelta di questo albero è stata determinante la posizione paesaggistica e il legame storico con il vicino Eremo benedettino, ora di proprietà del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.

A Canolo di Correggio vegeta una maestosa Farnia, la specie di quercia caratteristica dell’antica Foresta planiziale, che duemila anni fa ricopriva la Pianura padana. Due grandi alberi si trovano in Comune di Gattatico; il primo è un esemplare di Farnia e si trova al Pantaro di sotto; l’altro è un insieme omogeneo di gelsi bianchi in località Ponte d’Enza, all’ingresso della Corte Ortalli, sulla via Emilia.