
In Emilia-Romagna, nei primi sei mesi del 2023, grazie a 355.609 test di screening per l’epatite C sono risultati 569 positivi al secondo test di conferma, quello che fa seguito al primo esame del sangue, se positivo; di questi, 537 sono stati inviati ai centri di cura specialistici e 369 hanno iniziato un trattamento terapeutico.
Lo dicono i numeri della campagna di screening gratuito della Regione avviata nel 2022 e destinata a tre categorie: tutti i nati dal 1969 al 1989 iscritti all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti – STP), le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità, e i detenuti in carcere, anche in questo caso indipendentemente da età e Paese di provenienza, come stabilito a livello nazionale. In totale, sono oltre 1 milione e 353mila i soggetti potenzialmente coinvolti: con un esame del sangue possono verificare se hanno l’epatite C, un’infezione potenzialmente pericolosa. Chi la sviluppa in forma cronica, nella maggior parte dei casi non presenta alcun sintomo o solo sintomi generali, come depressione e stanchezza, ma a volte l’infezione può evolvere in forme molto gravi e progressive che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato.
Proprio per far conoscere questa opportunità offerta gratuitamente, sensibilizzare sull’importanza della prevenzione e coinvolgere un numero sempre maggiore di persone, il Servizio sanitario regionale è pronto a rilanciare la campagna di comunicazione, con spot video e radio, info sui social e materiale cartaceo.
“La prevenzione- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini– è uno strumento di fondamentale importanza e i numeri di questa prima parte dell’anno dimostrano ancora una volta che chi ha aderito alla campagna, grazie a un semplice prelievo del sangue, ha fatto la scelta giusta. Senza screening avrebbe scoperto tardi, o non avrebbe scoperto affatto, di avere contratto il virus dell’HCV e di conseguenza non avrebbe effettuato la visita specialistica, né iniziato il trattamento terapeutico. Rispetto allo scorso anno, anche se i dati si riferiscono solo al primo semestre 2023, registriamo una maggiore adesione. Ma non basta. Per questo la campagna di comunicazione, che rilanciamo con nuovi strumenti, può sensibilizzare quanti ancora non hanno aderito”.
Come partecipare allo screening
L’invito ai cittadini destinatari dell’iniziativa (cittadini nati dal 1969 al 1989) avviene tramite il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e l’invio di un sms in cui viene descritta la modalità di accesso alla prestazione HCV REFLEX (con prelievo di sangue venoso). La prenotazione può essere effettuata attraverso Fse, sportello Cup, Cup Web e App Er Salute, senza bisogno di prescrizione su ricetta e senza pagamento ticket. La proposta di adesione allo screening può avvenire anche in occasione di esami ematici già prescritti per altri motivi, durante l’effettuazione del prelievo
Sul campione ematico viene effettuato un primo esame sierologico, ed eventualmente i successivi approfondimenti necessari. Il cittadino riceve sul Fse l’esito dello screening se negativo; in caso di esito positivo, viene preso in carico dal centro specialistico di riferimento individuato dall’Azienda sanitaria, che lo contatta e fissa la visita specialistica (sempre senza prescrizione, né pagamento di un ticket).
I SerD continueranno l’attività già in corso per la ricerca del virus HCV nei soggetti che seguono, di qualunque età siano. In caso di esito positivo viene garantito, da parte del medico SerD, l’invio del paziente a una visita specialistica e il follow up del trattamento. Anche all’interno degli istituti penitenziari proseguirà l’attività di screening per HCV già in corso, e la presa in carico specialistica per i casi risultati positivi.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito della Regione, nella landing-page della campagna di comunicazione www.screeningepatitec.it