ALBINEA (Reggio Emilia) – Alla fine della scorsa settimana una delegazione albinetana ha fatto rientro a casa dalla cittadina ucraina di Khmelniyskyi, dopo un viaggio durato quattro giorni, dal 27 novembre al 2 dicembre. Da Albinea sono partiti il sindaco Nico Giberti, l’assessore al Welfare, Roberta Ibattici, il responsabile di Casa Betania, Davide Pellizzari e la volontaria di Casa Betania, Beatrice Ligabue.
Il viaggio è servito a raggiungere i rappresentanti dell’associazione Agape che a settembre 2023 erano stati ospiti ad Albinea in una settimana studio sui servizi per l’inclusione del nostro territorio. Agape è una associazione di genitori che gestisce un centro di riabilitazione per bambini con disabilità dagli 0 ai 6 anni a Khmelniyskyi, città a sud ovest di Kiev e a circa quattro ore da Leopoli. Grazie ad un progetto congiunto Casa Betania-Comune che ha permesso l’acquisto di arredi e equipaggiamenti, progetto finanziato dalla regione Emilia Romagna, Agape potrà ora ampliare il proprio centro e aiutare anche bambini nella fascia 6-12.
La scelta della cittadina ucraina e di Agape non è casuale ma nasce dall’incontro e dal rapporto di conoscenza con alcune famiglie ospitate ad Albinea nel periodo più terribile della guerra, all’interno dell’iniziativa “Albinea Solidale – Insieme per l’Ucraina”, che aveva visto coinvolti Comune di Albinea, Casa Betania, Fondazione Giulia Maramotti, associazioni del territorio e privati cittadini nell’accoglienza di famiglie in fuga dalla guerra.
Martedì 28 novembre la delegazione, una volta varcato il confine tra Polonia e Ucraina a Medyka, si è diretta a Khmelniyskyi dove, all’arrivo in tarda serata, ha ricevuto un’accoglienza molto calorosa. Durante il viaggio sul suolo ucraino il suono delle sirene dell’antiaerea si è fatto sentire diverse volte, ma la vita dei cittadini è proseguita comunque apparentemente tranquilla.
Il giorno successivo la delegazione ha visitato il centro Agape, guidata da Liudmyla Basenko, la responsabile e fondatrice. In ognuna delle 10 stanze del complesso c’erano mamme di ragazzi con disabilità che, con la competenza di professioniste e l’attenzione, la cura e la delicatezza che solo un genitore può avere, accompagnano i loro figli e figlie, e quelli di altre mamme, alla scoperta e acquisizione di competenze nuove, sia motorie che comunicative. La mission di questo Centro infatti è proprio formare le famiglie nella gestione qualificata della disabilità.
Agape nasce infatti dall’incontro tra il desiderio e la determinazione di una madre di supportare adeguatamente e con competenza la figlia, portatrice di una disabilità motoria, e la disponibilità generosa di un imprenditore che ha messo a disposizione risorse e idee per rispondere ai bisogni delle famiglie con bimbi disabili che non trovavano adeguato aiuto. Nel centro di Agape le mamme vengono accolte e condotte per due settimane in una formazione serrata e di alta qualità: fisioterapia, riabilitazione e logopedia, sono gli ambiti di lavoro principali, declinati secondo le esigenze specifiche dei figli speciali che crescono.
Terminata questa prima formazione rientrano nelle loro case, dove per alcuni mesi tengono un diario quotidiano dei lavori svolti e dei progressi ottenuti, per poi ripresentarsi al Centro, una o due volte all’anno ed aggiornare la propria formazione, in base ai progressi o alle necessità dei figli. Alcune di queste madri hanno poi scelto di riprendere gli studi e acquisire una specializzazione anche formale. La competenza acquisita dai genitori nel corso degli anni ha reso Agape un punto di riferimento per i servizi e le istituzioni del territorio. Agape accoglie e forma gratuitamente le madri che a loro volta, in un circolo virtuoso, si rendono disponibili a dedicare tempo e risorse ad altre giovani famiglie che si approcciano per la prima volta al mondo della disabilità. La fragilità diventa una straordinaria occasione di crescita comunitaria e di relazione solidale, umanità e bellezza. In tempo di guerra Agape è diventata, inoltre, famiglia per tante donne che hanno i propri mariti al fronte.
Il giorno successivo gli albinetani si sono recati in visita all’università, nella facoltà di fisioterapia e cercato di capire quali collaborazioni sono in atto e come possono pensarsi nel futuro nuove strade di supporto reciproco. A seguire la delegazione è stata ospite dell’amministrazione comunale di Khmelniyskyi. Nella sala consigliare sono stati presentati scopo della missione, la nascita del rapporto di collaborazione con Agape, la realtà di Casa Betania e la consolidata collaborazione con il Comune.
Terminato questo incontro, prima del rientro in Italia, il gruppo ha fatto tappa nella casa di un cittadino che negli anni ha accolto decine di ragazzi senza famiglia o abbandonati o allontanati da essa, e che ora Agape vorrebbe trasformare in un luogo comunitario capace di ospitare persone adulte con disabilità.
“La nostra visita ha voluto essere una testimonianza di amicizia e solidarietà verso chi, da ormai due anni, vive una situazione di guerra – ha detto l’assessore Ibattici – Il centro di Agape sta facendo un lavoro prezioso in aiuto delle famiglie con bambini con disabilità, e vorremmo anche in futuro continuare a sostenere i loro sforzi ed impegno. Sperando che la pace, per tutti coloro che abbiamo conosciuto durante il nostro viaggio, e per tutto il paese, arrivi presto”.
“Abbiamo imparato tanto, abbiamo visto con i nostri occhi come la fiducia nell’umano, la cura piena di rispetto e l’audacia di farsi carico dei piccoli, possano generare meraviglie e donare libertà e cure insperate, in contesti apparentemente inospitali e troppo complessi”, ha commentato Pellizzari di Casa Betania una volta tornato in Italia.