REGGIO EMILIA – L’Università a Reggio Emilia compie 25 anni e la città ieri sera, nel convegno ‘Spazi di crescita’ svoltosi nell’aula magna di palazzo Dossetti, ha fatto il punto sul percorso svolto – che ha portato la sede reggiana dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia a oltre 10.700, sette dipartimenti e quattro poli di formazione e ricerca – ed ha guardato al futuro dell’Ateneo nella città del Tricolore. Un futuro che si declina principalmente nel far crescere e caratterizzare, con servizi e accoglienza, Reggio Emilia quale città universitaria.
All’incontro su Unimore a Reggio Emilia, il primo ateneo in Italia a rete di sedi con pari dignità giuridica ed accademica, sono intervenuti il sindaco Luca Vecchi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro, l’assessora a Educazione e Città universitaria Raffaella Curioni. La platea dell’aula magna – fra le autorità presenti il prefetto Maria Rita Cocciufa e il senatore Graziano Delrio, il prorettore Giovanni Verzellesi – ha potuto ascoltare inoltre gli interventi di Simona Caselli, presidente Crpa; Alessia Ciarrocchi, responsabile Struttura complessa di ricerca Traslazionale dell’Azienda Usl-Irccs di Reggio Emilia; Giulia Ficarelli, digital marketing specialist di Max Mara Fashion Group; Federica Franzoni, engineering manager motor and pump di Dana Industrial; Patrizia Mondin, direttrice ErGo Azienda regionale per il Diritto agli studi superiori; Lucio Poma, capo economista di Nomisma; Carla Rinaldi, presidente della Fondazione Reggio Children – Centro internazionale Loris Malaguzzi; Giacomo Zanni, presidente della Conferenza degli studenti dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
“Abbiamo raccolto, 10 anni fa, all’inizio del nostro primo mandato un’eredità importante, quella di 15 anni di lavoro e realizzazioni per il radicamento e lo sviluppo di Unimore a Reggio Emilia – ha detto il sindaco Luca Vecchi – Oggi possiamo indicare, quale primo passaggio significativo del percorso decennale, un ‘ecosistema della collaborazione’ su obiettivi e progetti che ha coinvolto, con e in favore dell’Università, attori decisionali quali Comune, Provincia, Sanità, Regione Emilia-Romagna, Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, Sistema educativo e Reggio Emilia Approach. Secondo passaggio politicamente rilevante, è stato la scelta dell’Amministrazione comunale di individuare un asse di investimento specifico per l’Università, che anche di recente ha visto impegnare 10 milioni di euro per la realizzazione del quarto Polo universitario, dedicato al Digitale, al Reggiane Parco Innovazione, dopo la realizzazione del terzo Polo, al palazzo Baroni, ex sede del Seminario. Terzo passaggio, l’investimento continuo nel Campus universitario di San Lazzaro, dove si sta ampliando lo Studentato, con nuove dotazioni di alloggi, servizi di accoglienza e studio.
“Possiamo affermare – ha concluso il sindaco – che l’Università in questi anni è stata a Reggio Emilia motore di cambiamento della città. La sfida è continuare a questo ritmo e in questa direzione, affinché l’ateneo continui a essere elemento centrale di formazione, ricerca, crescita complessiva della città”.
“In Emilia-Romagna – ha detto il presidente Stefano Bonaccini – i quattro atenei presenti eccellono per qualità e attrazione di studenti, spesso anche da altre regioni, creando un vantaggio competitivo rilevante rispetto al resto del Paese. In questo contesto, l’Università a Reggio Emilia costituisce un elemento trainate: un trend difficilmente eguagliabile, segno del successo di un’intuizione giusta e innovativa, ovvero l’Università a rete di sedi. Per sostenere il sistema accademico, la Regione ha stanziato, ultimo in ordine temporale, 130 milioni di euro per il diritto allo studio, con l’obiettivo di potenziare ulteriormente l’accoglienza e i servizi per gli studenti, già cresciuti del 40 per cento riguardo a posti letto ovvero 5.1200 posti letto in più in pochi anni, e garantendo il 100 per cento delle risorse per le 28.000 borse di studio universitarie.
“Siamo fortemente impegnati nella realizzazione di Data Valley, una scommessa decisiva per lo sviluppo e il valore aggiunto della nostra regione – ha concluso Bonaccini – Ma non dimentichiamo che il fine più rilevante di un investimento è quello sul capitale umano, che fa realmente la differenza. Le ragazze e i ragazzi che qui oggi studiano, accrescendo la loro preparazione e coltivando i loro talenti, sono gli stessi che costruiscono la differenza non solo per loro stessi, ma per la comunità in cui saranno inseriti e lavoreranno, in una regione in cui la disoccupazione è tornata agli assai contenuti livelli pre Covid e in cui alla produzione fisica si è stabilmente affiancata la produzione di conoscenza”.
“I numeri e i fatti ci dicono che la costituzione di Unimore quale ateneo a rete di sedi è stata un’idea strategica vincente – ha sottolineato il rettore Carlo Adolfo Porro – Potremmo chiederci: perché l’Università a Reggio Emilia? La risposta è: non per fare un clone della sede accademica modenese già esistente, ma per costruire, espandere e sviluppare una sede universitaria che sia oggi, come lo è stata sin dalle origini, nelle corde, nelle competenze, nelle vocazioni di Reggio Emilia, integrandosi con la città progressivamente e iniettando in essa conoscenza e futuro come solo le università sanno fare. Qui è stato realizzato ciò che a Modena non c’era e in questo modo le due sedi si completano. Il segreto è stato ed è nella complementarietà delle attività, di fatto senza sovrapposizioni di corsi, insegnamenti e ricerca.
“Possiamo essere soddisfatti – ha proseguito il rettore – ma non possiamo sederci sugli allori. Possiamo indicare tre passaggi chiave di crescita della sede reggiana di Unimore: la sua apertura, la crescita consistente degli iscritti e l’adeguamento degli spazi e dei servizi, quali alloggi, mense, mobilità, come indicato dagli stessi studenti. In proposito, cito alcuni dati, relativi agli esiti del lavoro degli ultimi quattro anni: gli spazi di didattica e ricerca sono aumentati del 72 per cento; le aule del 67 per cento; del 105 per cento i posti a sedere nelle aule: oggi abbiamo 7.600 posti a sedere nelle aule, per oltre 10.000 studenti, una proporzione virtuosa, che appare ancor più significativa se si pensa che 25 anni fa i posti a sedere in aula erano uno per tre studenti. Siamo una regione e una Università attrattive e continueremo ad esserlo se saremo in grado di dare e migliorare i servizi”.
1188, IL COMUNE E LA SCUOLA DI DIRITTO DI JACOPO DA MANDRA – Sono 25 anni di Ateneo, nell’età contemporanea. Lo Studium reggiano infatti ha radici remote, la sua fondazione risale al 1188 su impulso del Comune che raggiunse un accordo con Jacopo da Mandra e il suo gruppo di scolari per l’istituzione di una Scuola di Diritto. Da allora, tuttavia, con alterne vicende di soppressione e tentativi di rinascita, di quel glorioso Studium si perse la linfa, fino alla istituzione di un Ateneo nel 1752, che ebbe vita per 20 anni, fino al 1772, quando venne tolto il diritto di concedere lauree.
ACCADEMICI ILLUSTRISSIMI – Al pari del pensiero umanistico, della produzione storiografica e della ricerca astronomica, antropologica e archeologica – tre nomi per tutti: don Gaetano Chierici, fondatore della Paletonologia, padre Angelo Secchi astronomo e il Collegio dei padri Gesuiti – la ricerca scientifica nella città si rivelò comunque fiorente nel tempo: tra Settecento e primo ventennio dell’Ottocento, si annoverano tra i docenti reggiani dell’Università di Modena studiosi quali Lazzaro Spallanzani, naturalista insigne e di grande rinomanza, e Giovan Battista Venturi, fisico illustre e dai poliedrici interessi. In tempi più recenti, con l’avvento della Repubblica italiana, l’Università di Modena affrontò un profondo processo di ristrutturazione e di rilancio, di cui furono protagonisti personalità del rilievo del reggiano Giuseppe Dossetti, docente a Modena di Diritto canonico e successivamente impegnato nella stesura della Costituzione della Repubblica.
LA NASCITA DI UNIMORE – Se si esclude il corso di laurea in Scienze delle produzioni animali della Facoltà di Agraria attivato nel 1965 a villa Levi e, negli anni Novanta del secolo scorso, un corso di Ingegneria gestionale da parte dell’Università di Bologna, entrambi cessati verso la fine degli stessi anni Novanta, l’attività universitaria a Reggio Emilia è ripresa in maniera strutturata, continuativa ed espansiva, nel 1998, con la costituzione appunto dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
La decisione fu presa a seguito di un vivace dibattito in città, animato dall’impulso dell’Associazione Reggio città degli studi, in cui intervenne, nel 1997, il rettore dell’Università di Modena Carlo Cipolli, che avanzò l’idea dell’Ateneo articolato a rete di sedi con pari dignità, da estendere a Reggio Emilia: il modello si caratterizza fra l’altro per il progetto di sviluppo complementare, l’unitarietà della gestione e la pari dignità dei poli accademici. L’idea fu accolta con favore.
UNIMORE E REGGIO EMILIA OGGI – La sede reggiana di Unimore vanta un incremento progressivo consistente di iscritti: 2.325 nel periodo 1998-2002; più 104 per cento nel 2003-2007; più 19 per cento nel 2008-2012; più 32 per cento nel 2013-2017 e più 41 per cento nel 2018-2022. Se nell’anno accademico 2010–2011 gli iscritti alla sede reggiana erano 5.674, per l’anno accademico 2021-2022 gli iscritti sono stati 10.750.
I Dipartimenti universitari con attività didattiche a Reggio Emilia sono sette. Tre di questi hanno sede amministrativa a Reggio Emilia: Dipartimento di Educazione e Scienze umane, Dipartimento di Comunicazione ed Economia, Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria. I restanti quattro sono il Dipartimento di Scienze della Vita, che è presente a Reggio con l’area delle scienze agrarie e alimentari, e i tre Dipartimenti di Unimore afferenti alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, i quali sono attivi a Reggio Emilia con corsi di studio nell’area delle professioni sanitarie, della psicologia e dell’educazione digitale.
La suddivisione degli iscritti della sede reggiana, sempre nell’Anno accademico 2021-22, è stata la seguente: Dipartimento di Comunicazione ed Economia: 3.376 iscritti, Dipartimento di Educazione e Scienze umane: 2.965 iscritti, Dipartimento di Scienze e metodi dell’Ingegneria: 1.963 iscritti, Facoltà di Medicina e Chirurgia: 2.087 iscritti (nei soli corsi attivi a Reggio), Dipartimento di Scienze della vita: 354 iscritti (nei soli corsi attivi a Reggio).
Unimore è dunque una Università multidisciplinare che svolge attività formative, di ricerca e di terza missione in tutte e tre le macro-aree scientifico-disciplinari delle Scienze fisiche e ingegneristiche, Scienze della vita e Scienze umane e sociali.
Secondo il rapporto Alma Laurea 2022 sulla Condizione occupazionale dei laureati, la percentuale di laureati magistrali di Unimore a un anno dalla laurea risulta pari allo 87.8 per cento, ovvero 12,1 punti sopra il dato medio nazionale (75.7 per cento).
La qualità della ricerca svolta in Unimore è testimoniata da numerosi dati: 215 progetti europei finanziati negli ultimi due cicli della programmazione Ue; 358 progetti nazionali o regionali finanziati nel periodo 2014-2020. Nella più recente Valutazione della Qualità della Ricerca (Vqr 2015-2019), Unimore risulta terza e quinta tra gli atenei statali di analoga dimensione per qualità dei prodotti di ricerca rispettivamente dei professori e ricercatori stabili e di tutti i professori e ricercatori. Sulla base della Vqr 2015-2019, sette dei 13 Dipartimenti di Unimore sono risultati inseriti nella graduatoria dei migliori 350 Dipartimenti delle Università statali ai fini del bando ministeriale dei ‘180 Dipartimenti di eccellenza’ per il quinquennio 2023-2027 e 2 di questi sono risultati vincitori di finanziamento. Uno di questi è il Dipartimento di Educazione e Scienze umane con sede a Reggio Emilia.
Unimore svolge inoltre un’intensa attività di terza missione come testimoniato dai seguenti dati: 50 spin-off/start-up accreditate dal 2004 di cui 38 ancora attive; portafoglio brevetti nel 2020 comprendente 91 brevetti attivi; decimo posto a livello nazionale tra gli atenei statali per indicatore di qualità della terza missione.
In occasione del 25° anniversario, l’anno accademico di Unimore è stato inaugurato al teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nel luglio scorso è stato siglato il nuovo Accordo quadro ‘Reggio Emilia città universitaria’, stipulato tra il Comune di Reggio Emilia e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, per definire progetti, servizi e spazi di apprendimento e ricerca, che nei prossimi mesi e anni verranno realizzati.
SPAZI PER LA DIDATTICA E LA RICERCA – La sede reggiana di Unimore si articola su quattro poli: Palazzo Dossetti, Campus San Lazzaro, Palazzo Baroni, Tecnopolo e Quarto Polo universitario nel Reggiane Parco Innovazione in fase di realizzazione.
Comune e Unimore concordano di proseguire nell’implementazione sia dei poli già esistenti, sia di quelli in corso di realizzazione e di concordare lo sviluppo di ulteriori spazi ed ambiti.
- Palazzo Dossetti dal 2005 è sede centrale di Unimore a Reggio Emilia, e ospita alcuni uffici dell’amministrazione centrale (Pro-rettore, Uffici dello Staff di Direzione, Segreterie Studenti). È la sede del Dipartimento di Comunicazione ed Economia e della Biblioteca universitaria interdipartimentale di Reggio Emilia.
- A Palazzo Baroni la ristrutturazione ha portato alla realizzazione di aule per un totale di circa 1.500 posti, uffici e laboratori. L’imponente immobile dell’ex Seminario è, dal settembre 2021, la sede del Dipartimento di Educazione e Scienze umane e del Centro Interateneo Edunova. Sono previsti ulteriori interventi di ristrutturazione dell’edificio, opera dell’architetto Enea Manfredini, con un secondo stralcio di lavori.
- Il Campus universitario San Lazzaro è una realtà consolidata e sempre più caratterizzata dalla presenza universitaria ove la collaborazione e il coordinamento tra i due Enti continua. I Padiglioni Morselli, Buccola e Tamburini del Campus sono sede del Dipartimento di Scienze e metodi dell’Ingegneria (Dismi), i Padiglioni De Sanctis e Livi sono sede di Corsi di laurea delle professioni sanitarie della Facoltà di Medicina, il Padiglione Besta è sede dell’area delle Scienze agroalimentari del Dipartimento di Scienze della Vita.
Riguardo al Campus, l’Accordo quadro prevede fra l’altro di definire più chiaramente i ruoli e le responsabilità nell’utilizzo e nella gestione del Campus da parte degli enti insediati; istituire un comitato di gestione dell’area con tutti i soggetti interessati, compresa Ausl ed Ergo, con il coinvolgimento della componente studentesca; accompagnare la creazione di nuovi padiglioni per laboratori didattico-scientifici e aule dell’area ingegneristica e agroalimentare, previsti negli attuali strumenti di pianificazione territoriale; verificare la fattibilità di realizzare impianti sportivi; dotare l’area di una sala/aula di grandi dimensioni per convegni; valutare la creazione di un punto ristoro all’interno dell’area; migliorare la sostenibilità energetica del Campus anche mediante l’installazione di impianti fotovoltaici che preluda alla creazione di una comunità energetica autosufficiente, alimentata da fonti rinnovabili.
- Nel Tecnopolo di Reggio Emilia trovano collocazione tre Centri Interdipartimentali di Unimore accreditati dalla Regione Emilia-Romagna (Intermech-RE, En&tech e Biogest-Siteia). Le competenze scientifiche e le risorse umane che ne fanno parte hanno l’obiettivo di trasferire l’innovazione al sistema produttivo. Comune e Unimore ritengono strategiche le collaborazioni in corso all’interno del Tecnopolo di Reggio Emilia, e intendono dare continuità agli accordi di programma che ne regolino la gestione. Si intende inoltre migliorare il coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nella promozione e gestione delle attività del Tecnopolo dando sempre maggiore identità alla struttura già operante nel Capannone 19 del Reggiane Parco Innovazione e supportando le opportunità di crescita nella parte di nuovo sviluppo.
- All’interno dello stesso Parco Innovazione è in fase di realizzazione e apertura il Quarto Polo didattico universitario nel Capannone 15/C. L’insediamento, dedicato in maggior parte all’ambito Digitale, da un lato sviluppa significativamente l’attività accademica di Unimore nella sede reggiana, dall’altra qualifica in maniera rilevante e prestigiosa la vocazione alla ricerca e all’osmosi fra saperi propria del Parco Innovazione, avvicinando ulteriormente imprese e Università. La scelta dei nuovi ambiti di ricerca e insegnamento universitario che vi si insedieranno è strategica anche rispetto al tema occupazionale dei giovani: si stima che entro fine 2024 il mercato del lavoro italiano richiederà, in settori diversi e trasversali, 1.5 milioni di esperti con competenze digitali. Una volta completati i lavori di realizzazione, il Quarto Polo permetterà di ampliare gli spazi didattici della sede reggiana di circa 4.000 metri quadrati, progettati per rendere possibile una didattica universitaria di qualità.
- Fra i progetti di Unimore, la costruzione al Campus San Lazzaro dei nuovi laboratori del Dipartimento di Scienze e metodi dell’Ingegneria e del Dipartimento di Scienze della Vita: 20 milioni di euro di investimento per oltre 6.000 metri quadrati di spazi.
SPAZI PER LO STUDIO – Vi è poi una ricca dotazione di spazi per lo studio:
- Biblioteca municipale Panizzi e Biblioteche comunali decentrate
- Biblioteca universitaria Interdipartimentale
- Sd Factory
- Aula studio Reggio Calling presso Centro sociale Primavera
- Spazio Studio Università
SPAZI RESIDENZIALI – Lo Studentato di Villa Marchi è inserito nel Campus San Lazzaro, il principale Polo scientifico-tecnologico della sede reggiana di Unimore, frequentato da circa 2.500 studenti degli oltre 10.000 iscritti in totale ai corsi di laurea di Reggio Emilia.
Negli accordi tra Comune e Unimore è prevista per il 2024 la realizzazione di 75 posti letto che si aggiungono ai 46 realizzati con il primo stralcio dei lavori; di un Auditorium da 216 posti per convegni e lezioni; di uno spazio ristoro e relax, una palestra, sale studio e riunioni. La realizzazione di questi ulteriori 75 posti letto porterà il totale dei posti letto disponibili in residenze ‘a lungo termine’ a 407 unità.
E’ prevista inoltre nella storica Palazzina M dell’area Reggiane-Parco innovazione la realizzazione di un nuovo Studentato da 80 posti letto.
Con permanenze ‘a breve termine’ s’intendono invece quelle residenze strumentali a un primo arrivo in città e alla eventuale ricerca di una residenza a lungo termine, oppure a permanenze di ricercatori, docenti, laureandi e altre figure professionali legate all’Università che alloggiano in città per un tempo inferiore alla settimana. Per tali esigenze sono attive alcune convenzioni tra alcuni alberghi, ostelli ed altre strutture.
Si intende promuovere nuove forme dell’abitare quali il co-housing, una nuova e moderna versione dei ‘ragazzi alla pari’ presso famiglie con necessità di assistenza e nuovi modelli di servizio abitativo offerti agli studenti (integrazione con spazi studio e di co-working, creazione di spazi dotati di servizi condivisi con la città).
Si conferma la possibilità di affittare agli studenti universitari tramite canone concordato con le relative agevolazioni fiscali, come già previsto nell’Accordo territoriale per i canoni concordati.
Un’altra opportunità in tema di alloggi universitari è data dal Piano urbanistico generale (Pug) del Comune di Reggio Emilia, di recente approvazione, che introduce una quota obbligatoria di Edilizia residenziale sociale (Ers) in tutte le grandi trasformazioni della città esistente, da destinare prioritariamente ad affitto convenzionato, ricomprendendo dentro tale definizione anche i servizi di ospitalità per studenti universitari.
IL FUTURO È NELLE PERSONE – Come delineato nell’Accordo quadro ‘Reggio Emilia città universitaria’, le persone – studenti, docenti, ricercatori, personale amministrativo in questo caso – sono, assieme a formazione e ricerca, al centro delle azioni di Comune e Ateneo.
Dunque, accoglienza e servizi per coloro che frequentano e lavorano in Università ad esempio in tema di ristorazione, sport, cultura e mobilità sostenibile; spazi residenziali, didattici e di studio. Tutto ciò costituisce la base per vivere bene l’esperienza universitaria e la città che la ospita. Poi, ricerca e lavoro: attraverso lo sviluppo dei rapporti tra università, imprese e centri di ricerca, l’obiettivo è quello di offrire ancor più una formazione universitaria orientata sia alla ricerca pura che all’inserimento nel mondo del lavoro. Infine, educazione, sperimentazione e innovazione: a partire dall’esperienza educativa per la fascia 0-6 anni, il Reggio Emilia Approach, l’obiettivo è sviluppare un sistema educativo fondato su sperimentazione e innovazione in relazione con l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.