Di Giuseppe Adriano Rossi

Santa Giuseppina Bakhita

REGGIO EMILIA – In occasione della X Giornata Mondiale di preghiera e riflessione per le vittime di tratta, giovedì 8 febbraio, memoria di Santa Giuseppina Bakhita, l’arcivescovo Giacomo Morandi,  presidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, presiederà la veglia ecumenica di preghiera contro la tratta.

La liturgia avrà luogo nella chiesa di San Pio X, via Kennedy 13, Reggio Emilia, con inizio alle  ore 20,30. Giuseppina M. Bakhita nacque nel Sudan nel 1869 e morì a Schio (Vicenza) nel 1947.  Conobbe le angosce del rapimento e della schiavitù. Bakhita, che significa «fortunata», è il nome datole dai suoi rapitori.

Venduta e rivenduta più volte sui mercati di El Obeid e di Khartoum conobbe umiliazioni e sofferenze fisiche. Nella capitale del Sudan, Bakhita venne comperata da un Console italiano, Callisto Legnani. Finalmente  Bakhita conobbe la serenità, l’affetto e momenti di gioia, anche se sempre velati dalla nostalgia di una famiglia propria, perduta forse, per sempre.

Situazioni politiche costrinsero il Console a partire per l’Italia. Bakhita chiese ed ottenne di partire con lui e con un suo amico, Augusto Michiel, presso la cui famiglia fu poi accolta nella località veneta di Zianigo, divenendo bambinaia della figlia. Bakhita, affidata alle Suore Canossiane dell’Istituto dei Catecumeni di Venezia, chiese ed ottenne di intraprendere il cammino della fede e il 9 gennaio 1890 riceveva i sacramenti dell’iniziazione cristiana.

L’8 dicembre 1896 Giuseppina Bakhita si consacrava per sempre nell’Istituto delle Canossiane; per 50 anni  visse prestandosi in diverse occupazioni nella casa  religiosa di Schio: fu infatti cuciniera, guardarobiera, ricamatrice, portinaia. La sua umiltà, la sua semplicità ed il suo costante sorriso conquistarono il cuore di tutti i cittadini scledensi.; fu vera testimone di amore. Era chiamata la “Madre Moretta”.

Madre Bakhita si spense l’8 febbraio 1947 nella casa di Schio; Giuseppina Bakhita fu beatificata il 17 maggio 1992 e canonizzata il 1º ottobre 2000 da papa Giovanni Paolo II.