CAVRIAGO (Reggio Emilia) – Un 43enne ha contattato i suoi familiari violando la misura cautelare di avvicinamento impostagli nel marzo 2023 per maltrattamenti in famiglia. L’uomo condannato per questi motivi a 2 anni e 10 mesi probabilmente riteneva di aver “saldato il conto” con la giustizia non considerando più attuale la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento e contatto di moglie e figli. Era talmente convinto di ciò tanto da sentirsi libero di videochiamare la moglie, informandola anche in modo minaccioso.
La donna, preoccupata, si è rivolta ai carabinieri di Cavriago che oltre a segnalare la condotta delittuosa dell’uomo, hanno verificato come la misura cautelare a cui era sottoposto era tuttora in vigore sino al 15 agosto 2025, come disposto dal GIP nell’ordinanza.
Per aver violato tale misura quindi l’uomo è stato denunciato alla Procura reggiana, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci. La vicenda emersa nel 2023 aveva documentato come per anni e con cadenza pressoché quotidiana, una donna ed i suoi due figli erano stati vittime di continue violenze fisiche e psicologiche tanto da vederli costretti a vivere penose condizioni di vita in un clima abituale di prostrazione e paura.
Il presunto responsabile di tali condotte, un 43enne residente nel reggiano, marito e padre delle vittime, dopo l’ennesimo episodio di violenza, accaduto il 26 marzo 2023, in cui con una testata aveva fratturato le ossa del naso alla moglie, procurandogli una prognosi di 30 giorni, era stato denunciato dai Carabinieri di Cavriago con la Procura reggiana.
Condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri di Cavriago, è stata richiesta e ottenuta dal Gip del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura cautelare del divieto di avvicinamento alle vittime, prescrivendogli di non avvicinarsi all’abitazione della donna e ai luoghi dalla medesima frequentati e di non comunicare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo con le persone offese.
Quindi la condanna a 2 anni e 10 mesi che di fatto non ha precluso, contrariamente a quanto riteneva l’uomo, il decadere della misura cautelare valida sino al 15 agosto 2025, circostanza per cui l’uomo ora è finito nuovamente nei guai.
Il relativo procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.