report Legambiente Nevediversa 2024
Cerreto Laghi, stazione sciistica

Meno neve e più caldo, questo è il trend evidenziato da Legambiente nel suo report “Nevediversa 2024”. Le benefiche nevicate di marzo non saranno sufficienti a invertire la tendenza: con la crisi climatica e l’aumento delle temperature la montagna sta cambiando volto. Gli impianti sciistici sono sempre più in difficoltà tra chiusure e aperture a singhiozzo nonostante i finanziamenti d’oro per l’innevamento artificiale. 

I dati del report Nevediversa 2024, tutti in aumento, parlano chiaro: 177 gli impianti temporaneamente chiusi nella Penisola (+39 unità rispetto al report precedente), di cui 92 sull’arco alpino e 85 sull’Appennino. Salgono a 93 gli impianti aperti a singhiozzo (+9 rispetto al report precedente), il grosso, ben 55, si concentra sugli Appennini.

In Emilia-Romagna, ad esempio, la stagione 2023/24 è iniziata con 4milioni e 67mila euro stanziati dalla Regione per indennizzare le imprese del turismo invernale danneggiate dalla scarsità di neve. Va ricordato inoltre anche il finanziamento a fondo perduto di 20 milioni di euro per il nuovo impianto di risalita verso il lago Scaffaiolo, un’infrastruttura osteggiata da associazioni e comitati locali.

La Regione ha messo a disposizione dei gestori privati di impianti di risalita e aree sciabili un finanziamento per l’anno 2022 un totale di contributi assegnati di € 634.031,00. All’area sciabile di Cerreto Laghi (società privata Turismo Appennino SRL) sono stati finanziati 21 mila euro per miglioramento impianto di innevamento. 

Nessuna risorsa è invece investita per lo smantellamento degli impianti abbandonati e ormai fatiscenti o nella realizzazione di progetti di riuso degli impianti ancora in buono stato.

“Capiamo la necessità di salvaguardare l’economia di questi territori e di evitare l’impoverimento e lo spopolamento del nostro appennino, ma occorre trovare strategie diverse. – commenta Francesco Occhipinti, direttore di Legambiente Emilia Romagna – E’ un dato di fatto che la neve sugli appennini è sempre meno e non si potrà continuare con la produzione di neve programmata, che comunque richiede acqua come materia prima, risorsa il cui uso può generare conflitti di interesse visti i periodi siccitosi che stiamo attraversando. E’ necessario preparare il territorio a nuove forme di turismo e smettere di investire denaro pubblico in attività che rischiano di non avere futuro”.

In Emilia Romagna sono 9 gli impianti dismessi: nel reggiano l’impianto di Ospitaletto è stato chiuso nel 2008. Ospitaletto era una piccola stazione sciistica del più alto capoluogo della montagna reggiana. Un ambizioso progetto anni fa prevedeva una nuova seggiovia, un impianto di innevamento artificiale e altre quattro piste. Al 2019 le notizie affermavano che non se ne sarebbe fatto nulla. Una parte degli impianti partiva dal paese (ne rimane una parte abbandonata proprio nel centro del paese, il campo scuola per i bambini) e arrivavano in località Comunella in pieno territorio del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Nell’area sono ancora presenti i sostegni e le stazioni di valle e di monte di almeno uno dei tre skilift.

La Stazione di Febbio è collocata invece nella sezione “impianti temporaneamente chiusi“. La gestione dell’intera attività della stazione di Febbio è stata affidata ad una società privata, Planeta, che si è aggiudicata l’appalto triennale. Alla società è affidata la cura dei rifugi San Lorenzo, Armaduk ed Emilia 2000, di tutti gli altri beni mobili ed immobili e delle attrezzature che compongono la stazione. Nell’ autunno del 2023 la seggiovia triposto che porta in quota 1500 m s.l.m. alle pendici del Cusna, è stata ufficialmente rimessa in funzione dopo anni di chiusura e nuovamente bloccata due mesi dopo per gravi danni causati dal vento. Situazione ancora meno favorevole per la seggiovia biposto “Cusna 2000”, situata nel tratto più alto, che ha raggiunto la scadenza di vita tecnica ed è rimasta esclusa dall’affidamento.