Unimore progetto EUPHROSYNE
I test condotti da Unimore all’Acquatico di Reggio Emilia

REGGIO EMILIA – A causa dell’uomo le comunità marine del Mediterraneo sono in grave pericolo, in particolare quelle che abitano i fondali, minacciate dai mutamenti climatici.

L’Università di Modena e Reggio con EUPHROSYNE, il progetto di ricerca finanziato dal PNRR e guidato dalla prof.ssa Cristina Castagnetti del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” ha elaborato un sistema di misurazione multi-sensore basato sull’integrazione di fotogrammetria e immagini di fluorescenza che di recente è uscito dai laboratori di ricerca per un primo test nelle acque della piscina del parco Aquatico.

Unimore progetto EUPHROSYNE
I test condotti da Unimore all’Acquatico di Reggio Emilia

Prima di eseguire i test di funzionamento in mare aperto, il gruppo di ricerca aveva necessità di sperimentare il funzionamento e tutti gli aspetti tecnici in acque controllate ma di dimensioni idonee a ospitare il drone e a permetterne il movimento.

Uisp attraverso la sua controllata Kinema srl, che gestisce piscine e impianti sportivi a Reggio e provincia, ha messo a disposizione la piscina del parco Aquatico per le operazioni di ricerca che si sono svolte nelle scorse settimane.

Unimore progetto EUPHROSYNE
I test condotti da Unimore all’Acquatico di Reggio Emilia

I test in piscina sono quindi stati un passaggio fondamentale prima della missione in mare aperto, prevista per inizio settembre. La dimensione della piscina ha inoltre permesso ai ricercatori, designati quali ‘piloti’, di esercitare la manovrabilità e la guida remota del mezzo.

Il progetto, vincitore nell’ambito dei finanziamenti dedicati ai Professori e Ricercatori under40, sperimenta e pone a confronto l’utilizzo del sistema sia a cura di subacquei esperti ma anche nella sua installazione a bordo di droni subacquei.

“La combinazione di queste tecniche emergenti – racconta la prof.ssa Cristina Castagnetti a capo della ricerca – apre la strada a opportunità innovative nel campo della ricerca in biologia marina e risultati più efficaci rispetto alle misurazioni in situazioni tradizionali. Il progetto EUPHROSYNE contribuirà allo sviluppo e al potenziamento di procedure, algoritmi e metodi innovativi per migliorare le tecniche di rilevamento e monitoraggio subacqueo al fine di identificare precocemente i segnali e gli effetti dei cambiamenti climatici nei sistemi biologici, in sinergia con gli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia dell’UE per la biodiversità”.

Unimore progetto EUPHROSYNE
I test condotti da Unimore all’Acquatico di Reggio Emilia

Il Progetto EUPHROSYNE che si traduce in “Enhancing Underwater PHotogrammetRy, fluOreScence imagerY and deep learning solutions for monitoring the health status of mediterraNEan corals” vede coinvolti, oltre all’unità di ricerca di Unimore, anche l’ISTI-CNR di Pisa con responsabile di unità locale la dott.ssa Gaia Pavoni. L’unità di ricerca di Unimore ha un carattere fortemente interdisciplinare, vera forza del progetto, e vede coinvolti gruppi di ricerca di due dipartimenti.

Il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” partecipa con il Laboratorio di Geomatica, il cui compito consiste nella produzione di modelli 3D in ambiente marino con l’uso di fotogrammetria e droni, e con il Laboratorio di elettronica Optolab, il cui gruppo di ricerca è coordinato dal prof. Luigi Rovati, che si occuperà dello sviluppo del sistema di misura della fluorescenza e dell’ingegnerizzazione del drone subacqueo. Collabora anche il Dipartimento di Scienze della Vita, con il gruppo di ricerca coordinato dal prof. Roberto Simonini per tutte le attività relative allo studio degli organismi marini. Questo gruppo multi-disciplinare ha già collaborato in due precedenti progetti finanziati dall’Ateneo modenese grazie ai quali non solo è stato possibile acquistare il drone subacqueo nonchè numerosi altri sensori ma soprattutto formare il team, creare il forte legame tra i componenti del gruppo che oggi condividono passione per la tematica e numerosi interessi scientifici.