Di Matteo Benevelli

Estate 2024
Immagine da pagina Fb Meteo Reggio

REGGIO EMILIA – Con l’inizio del mese di settembre è ufficialmente finita l’estate 2024. Parliamo ovviamente di estate meteorologica che è un periodo dell’anno definito dai meteorologi per facilitare l’analisi statistica e il confronto dei dati climatici. Diversamente dall’estate astronomica, che si basa sui solstizi e gli equinozi, l’estate meteorologica inizia e finisce in date fisse: dal 1° giugno al 31 agosto nell’emisfero nord.

Fatta questa premessa possiamo già tirare qualche somma guardandoci alle spalle, facilitati anche dall’arrivo di una perturbazione di inizio settimana (lunedì 02 settembre) che vedrà lo sgonfiarsi progressivo dei termometri in Pianura.

La prima osservazione che viene da fare è che l’estate 2024 è riassumibile in due parole: calda afosa. Il 2024, quindi, si conferma come una stagione simile a quella che abbiamo attraversato nel 2023, altro anno segnato da queste due caratteristiche.
Complici gli eventi piovosi di inizio stagione, con un importante evento estremo nell’ultima parte di giugno che ha cancellato definitivamente il rischio di siccità dalla nostra Regione.

Estate 2024
Immagine da pagina Fb Meteo Reggio


Un surplus di pioggia che da un lato ha sicuramente dissetato le nostre campagne, ma dall’altro ha riempito di umidità le nostre giornate da quel momento in avanti. Le lunghe giornate assolate, infatti, hanno favorito l’evaporazione delle piogge e dell’acqua presente nei nostri canali e si è presentata poi nella nostra aria.

Quindi ecco comparire la temuta “afa“. Ma di cosa si tratta?

L’afa è una condizione meteorologica caratterizzata da una combinazione di temperature elevate e alta umidità relativa, che rende l’aria opprimente e difficile da respirare. Le condizioni di alta pressione stabilizzano l’aria calda e umida vicino al suolo, limitando la ventilazione e il rinfresco. L’afa è associata a giornate molto calde, con temperature spesso superiori ai 30°C o più L’umidità relativa elevata (spesso superiore al 60-70%) impedisce la normale evaporazione del sudore dalla pelle, rendendo difficile il raffreddamento del corpo. Questo aumenta la sensazione di calore percepita, nota come “temperatura percepita” o “indice di calore”.

Un’altra parola chiave di questa estate è stata sicuramente “disagio bioclimatico“, perché l’afa può causare disagio fisico, affaticamento, difficoltà respiratorie e, nei casi più estremi, colpi di calore o svenimenti. È particolarmente pericolosa per le persone vulnerabili, come anziani, bambini, e chi soffre di malattie croniche. L’estate 2024 è stata sicuramente segnata da questa ingombrante presenza che è perdurata per lunghi periodi concedendo poche tregue a chi abita a Reggio Emilia e in Pianura. Per non parlare delle lunghissime “notti tropicali” che abbiamo vissuto in Città. Una notte tropicale è quella che non vede mai i termometri scendere sotto il valore dei 20°C nemmeno alle prime luci dell’alba quando si raggiungono le temperature minime.

E che dire delle temperature massime toccate quest’estate?
Il giorno “terribile” per la città di Reggio Emilia è stato quello del 13 agosto con la punta impressionante di 38,3°C, preceduto dall’11 e 12 con rispettivamente 37,2°C e 37,5°C. Giornata impegnativa per l’intera provincia, che ha visto il muro dei 30°C sfiorare la stazione di Ospitaletto a 1.150 metri sul livello del mare. Il secondo gradino di temperatura più alta toccata nell’estate va a Correggio con 37,77°C sempre il 13 di agosto.

Dati alla mano, in passato abbiamo avuto punte peggiori, ma quest’anno a lasciare il segno è stato il lungo periodo che va dai primi giorni di luglio fino ad oggi, con un picco importante proprio sul finire di agosto. E’ il lungo perdurare di condizioni di forte disagio bioclimatico consecutivo a farci dire che questa è stata sicuramente una tra le peggiori estati degli ultimi anni per i reggiani. Pertanto non soffermiamoci sul singolo dato massimo che lascia il tempo che trova, ma vediamo tutto l’insieme delle variabili. Si, le temperature contano tanto, ma anche l’umidità ha un suo peso specifico importante, come le concentrazioni di Ozono atmosferico e l’irraggiamento solare.
L’inizio della stagione, nel mese di giugno, era stato abbastanza buono alternando picchi di calore a picchi di fresco, picchi sopra la media e picchi addirittura sotto la media climatica. Ma da luglio in avanti il tutto si è appiattito verso l’alto concedendo pochissimi ristori a chi non sopporta il caldo.

Cosa ci aspetta ora?

L’estate meteorologica è finita, ma quella che percepiamo noi termicamente è tutt’altro che spacciata. Davanti a noi, però, i modelli attuali vedono un po’ di instabilità. Capricci temporaleschi più che altro appenninici che di tanto in tanto potrebbero sconfinare in Pianura. Sicuramente un trend che favorirà un progressivo calo delle temperature. Ma non commettiamo l’errore di dire che l’estate è finita perché anno dopo anno diventa sempre più d’uso comune il termine “ottobrata”, ovvero, un ritorno del gran caldo nel mese di ottobre. Non stiamo saltando un intero mese a piedi pari, sia ben intenso, ma è solo uno spettro che ci sentiamo in dovere di evocare quando si commette l’errore di giocare con una stagione di transizione com’è l’autunno.