SCANDIANO (Reggio Emilia) – Nascerà a Viareggio (Lucca) il primo ospedale ‘virtuale’ d’Italia, grazie alla telemedicina, poi sarà la volta di Como e Cosenza, con forti risparmi per il Servizio sanitario ed evidenti benefici per i cittadini. Un ospedale virtuale permette infatti ai pazienti di accedere ai servizi medici online, attraverso videochiamate, chat, email o app, consentendo a chi non ha necessità di cure urgenti di essere seguito comodamente da casa grazie alla telemedicina.

A scrivere è Angelo Santoro, ex consigliere comunale a Scandiano, che sottolinea come un ospedale virtuale porterebbe vantaggi enormi a un ospedale come il Magati, “soprattutto per i pazienti cronici, che potrebbero essere monitorati a distanza in maniera continuativa”.

Da anni, – scrive Santoro – l’Ospedale Magati ha perso molte delle caratteristiche che un tempo lo definivano come una struttura sanitaria di eccellenza. Oggi, è diventato l’ombra di sé stesso, alla ricerca di una nuova identità operativa capace di offrire ai pazienti un servizio all’altezza del suo glorioso passato. È una struttura ancora attiva solo grazie alla volontà politica di mantenerla aperta. Ma dopo decenni di splendore, lasciarla in queste condizioni è davvero un peccato, soprattutto considerando che Scandiano è la seconda città della provincia, con una tradizione sanitaria di indiscussa eccellenza. A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché non trasformare il Magati nel primo ospedale virtuale dell’Emilia-Romagna, recuperando il terreno perduto?”.

In sostanza, – conclude – una maggiore integrazione tra il settore sanitario e quello tecnologico, in una struttura come il Magati, potrebbe garantire assistenza ovunque, senza lasciare nessuno indietro. Ovviamente, per rendere tutto ciò possibile, è necessaria una solida infrastruttura digitale pubblica, essenziale per la fornitura di questi servizi sanitari innovativi. Il progetto di Viareggio, che segue il modello del Mercy virtual di Chesterfield, sta già dimostrando che il futuro della sanità è digitale”.