di Giuseppe Adriano Rossi

REGGIO EMILIA – Essere profeti e pellegrini di Speranza: questo l’auspicio che l’arcivescovo Giacomo ha espresso nel pomeriggio di sabato 28 settembre in Cattedrale nella Convocazione Ecclesiale per l’apertura dell’anno pastorale 2024/2025, presentando la lettera pastorale “Fossero tutti profeti nel popolo del Signore”, un versetto del cap. 11 del libro dei Numeri.

Due le intuizioni sottese al documento programmatico di mons. Morandi: la terza fase del Sinodo della Chiesa, proprio dedicato alla profezia e il Prossimo Giubileo che nella bolla di indizioni reca: “Spes non confundit”, cioè: la speranza non delude.

Una quarantina di pagine, articolare in tre sezioni, costituiscono la lettera che è stata consegnata personalmente dall’arcivescovo ai rappresentanti delle Unità Pastorali e delle Aggregazioni laicali al termine del partecipato incontro.

Il profeta è l’uomo chiamato al colloquio con Dio – non è autocandidatura – contraddistinto dalla profonda e costante relazione con la Parola del Signore; la conversione è senza dubbio uno dei temi principali della predicazione profetica, assieme alla radicalità dell’adesione e della fedeltà ad essa. Nella sua lettera l’arcivescovo affronta anche il tema della giustizia sociale e della vita politica: infatti uno dei temi cari della predicazione profetica è di stigmatizzare i comportamenti di ingiustizia. Misericordia e perdono sono altri temi che i profeti proclamano: Dio, quando tutto sembra compromesso, offre al suo popolo un’occasione di rinascita.

“Oggi più che mai – annota mons. Morandi – abbiamo bisogno nella Chiesa di questa parola di misericordia e perdono. Il giubileo che ci apprestiamo a vivere possa essere un’occasione propizia per una profonda riconciliazione e per donare e ricevere misericordia e perdono reciproci”. Nella sua relazione corredata da slide, l’arcivescovo Giacomo ha ricordato come la Chiesa reggiano-guastallese sia ricca di testimoni, che hanno annunciato la Paola con la loro esistenza e ha proposto alcuni nomi esemplari: i sacerdoti Dino Torreggiani, Mario Prandi, Pietro Margini, padre Daniele da Torricella e due donne: Luisa Guidotti Mistrali e madre Giovanna Ferrari, raccomandano la promozione di specifiche giornate di conoscenza e approfondimento della spiritualità soprattutto rivolte ai giovani; inoltre ha manifestato apprezzamento per le pubblicazioni che fanno memorie dei laici e dei sacerdoti diocesani che tanto hanno servito la nostra Chiesa. Ha poi raccomandato – sull’esempio di dal Giuseppe Benedetto Labre (1748-1783), il vagando di Dio che affermava: in questo mondo diamo tutti pellegrini verso il Paradiso, la Gerusalemme celeste, di recuperare lo scopo penitenziale, di purificazione che il pellegrinaggio deve avere per il cristiano.

La terza sezione della lettera contiene 13 orientamenti pastorali per il cammino diocesano 2024/2025: la priorità della vita spirituale nella programmazione pastorale; l’approfondimento della dimensione eucaristica; l’apostolato biblico; esperienze pilota di evangelizzazione; l’invito alla conversione e alla riconciliazione uscendo dalle sabbie mobili delle contrapposizioni e delle rivendicazioni. E poi la ripresa delle scuole di vita politica e sociale, esperienza che negli anni del Sinodo la diocesi aveva vissuto, con un’attenzione particolare alla dottrina sociale della Chiesa; e ancora: la carità donando segni di speranza a tanti che vivono in situazioni di difficoltà come il carcere; la riscoperta della sobrietà e dell’essenzialità; l’attenzione ad ammalati e disabili; la collaborazione tra le Aggregazioni per la realizzazione di iniziative comuni; presenza sempre più consistente delle donne negli ambiti decisionali delle Unità Pastorali. Un invito poi ai giovani, perché l’esperienza delle Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona sia memoria viva che stimola e spinge ad impegnarsi con fiducia e speranza per il bene delle comunità ecclesiali; infine “non venga meno il volto missionario della nostra Chiesa” vero fiore all’occhiello per il quale ha avuto parola di ringraziamento per i tanti sacerdoti e laici che si impegnano in questo ambito. Un caloroso e prolungato applauso ha sottolineato l’intervento magisteriale dell’arcivescovo, che lunedì 30 settembre ricorda il settimo anniversario di ordinazione episcopale.

L’incontro è stato concluso dalla concelebrazione eucaristica. Nell’omelia l’arcivescovo, citando san Bernardo, ha sottolineato che accanto ai santi “canonizzati” ne esiste un’amplissima categoria di “occulti” – anche nella nostra diocesi – che con la loro vita esemplare offrono piena testimonianza alla Parola di Dio.

Al termine della Santa Messa il vicario generale mons. Giovanni Rossi ha ringraziato l’arcivescovo Giacomo per il suo efficace magistero, l’empatia, le numerosissime visite alle parrocchie e alle Unità Pastorali, la capacità di ascolto e di dialogo, i tanti incontri con associazioni e comunità in un forte impegno di rinnovata evangelizzazione e infondendo speranza alla diocesi.