LEGUIGNO (Reggio Emilia) – “Leggo da più parti che oggi era giornata di caccia al cinghiale e che la zona dell’omicidio è faunistico-venatoria: tutto questo non vuol dire assolutamente nulla, dato che a Leguigno e dintorni è zona faunistico-venatoria quasi qualsiasi terreno appena al di fuori dell’abitato, basta fare 20 metri fuori casa in un campo e si è già in zona “a rischio“. All’indomani del tragico incidente che ha portato alla morte del pensionato 68enne Marco Gentili, ucciso da un colpo di fucile mentre si trovava a castagne insieme a un amico, la comunità di Leguigno è sconvolta. E insieme al dolore non tardano ad arrivare anche le polemiche: “Tutto ciò è iniziato un anno fa circa, da quando nella zona si è intensificata la presenza di cacciatori in zona a causa della presenza di un circolo della caccia ai piedi di Leguigno Monte” ci scrive un cittadino che chiede di rimanere anonimo. “Che il comune avesse bisogno degli oneri urbanistici derivanti dal circolo della caccia? Non lo so, so solo che, evidentemente, il pericolo di prendersi una pallottola è reale“.

“Tra l’altro – continua la lettera – sarebbe bene capire perchè con questa nebbia fosse in corso una battuta di caccia al cinghiale, in un periodo di raccolta di castagne e funghi, in cui ci sono tanti escursionisti nei boschi”.

La tragedia è accaduta a Leguigno nel comune di Casina dove l’uomo aveva una casa di proprietà e si trovava proprio nel suo bosco per raccogliere le castagne. A circa 300 metri si stava svolgendo una battuta di caccia al cinghiale e un colpo di arma da fuoco lo ha colpito mortalmente. Sul posto, per il trasporto della salma, i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna che, dopo aver atteso la constatazione del decesso da parte del medico dell’automedica intervenuta, e l’autorizzazione del Magistrato, hanno provveduto alla rimozione del corpo posizionandolo prima su barella portantina per trasportarlo fino alla jeep e successivamente consegnarlo alle Pompe funebri intervenute alla strada carrabile.