Vestizione dell'altare con la tovaglia realizzata dal Circolo Culturale Reggio Ricama
Vestizione dell’altare con la tovaglia realizzata dal Circolo Culturale Reggio Ricama

REGGIO EMILIA – Si chiude un anno particolarmente significativo per il Circolo Culturale Reggio Ricama, la scuola di ricamo che il prossimo anno festeggia il suo 35° compleanno. Tanti gli eventi che hanno visto protagoniste e socie del Circolo Reggiano con momenti particolarmente significativi quali l’esposizione ai Musei Vaticani della Tovaglia del Perdono, successivamente consegnata, in “pompa magna”, alla Basilica Papale di s. Pietro.

A supportare l’articolato progetto artistico e culturale una rigorosa ricerca scientifica di Fernando Miele, pubblicata in un corposo volume di 270 pagine. Il testo, riccamente illustrato, dà ragione del lavoro di alto artigianato realizzato da Reggio Ricama per l’Altare che è sotto la Cattedra del Bernini. E proprio dalla collocazione finale del manufatto che il volume prende il titolo Sub umbra Cathedrae.

Lo studio di Fernando Miele, curatore scientifico anche della mostra Dalla Rocca di Canosa alla Roccia di Pietro presso i Musei Vaticani, parte dalla storia di un antico reperto che eccezionalmente sarà visibile nella basilica papale in concomitanza con la presentazione del catalogo reggiano. Si tratta della Cattedra lignea a lungo ritenuta il seggio utilizzato da san Pietro per predicare e come tale venerata quale preziosa reliquia.

Codice di Donizone

La lunga collaborazione tra Fernando Miele e la scuola di ricamo “Reggio Ricama” ha generato il pluriennale progetto delle nuove tovaglie ricamate per la Basilica di San Pietro. Nello specifico si tratta delle tovaglie definite delle “3 P(con riferimento al nome dell’apostolo Pietro): la Tovaglia del Pescatore (approntata nel 2022), la Tovaglia del Perdono (consegnata nel 2024) e la Tovaglia della Promessa, che andrà a vestire l’altare sotto il baldacchino berniniano della Basilica Vaticana durante il prossimo giubileo.

A presentare la ricerca di Fernando Miele due relatori d’eccezione: il card. Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, e il prof. Mario Iadanza, medievista della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Modera il dibattito la giornalista Cinzia de Filippis, autrice di diversi programmi di Rai 1.

Al termine saranno proclamati i vincitori del concorso indetto da Reggio Ricama con il supporto di BONFOR srl diQuattro Castella per gli Studenti delle Accademie di Belle Arti italiane. Da queste proposte dei giovani artisti sarà tratto il disegno della Tovaglia della Promessa che le Socie di Reggio Ricama realizzeranno per l’altare papale in San Pietro in occasione del prossimo giubileo.

Sub umbra CathedraeLa “Tovaglia del Perdono” per l’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana di Fernando G. Miele

Sub umbra Cathedrae
Sub umbra Cathedrae

Il testo scritto da Fernando G. Miele si struttura in 6 capitoli che occupano oltre 270 pagine. Il capitolo I (La Cattedra Vaticana: epifania di un carisma) illustra la storia dell’antica reliquia ritenuta per secoli la cattedra episcopale utilizzata da san Pietro e le vicende costruttive della “Gloria” che Gian Lorenzo Bernini progettò per accogliere il prezioso manufatto. Interessanti i riferimenti iconografici al tema presenti in pregevoli tele reggiane, tra le quali si evidenzia quella del Guercino in cattedrale. La figura di Matilde e il ruolo da lei avuto nella pacificazione tra l’imperatore Enrico IV e il papa Gregorio VII nel gennaio 1077 a Canossa costituiscono il tema del capitolo II (Matilda Dei gratia si quid est: storia di una icona). Nel capitolo III si esamina l’iconografia del Perdono di Canossa nelle incisioni europee tra XVI e XVIII secolo della “Collezione Grasselli” di Quattro Castella. Nel IV capitolo (Ricamo reggiano medievale: tra pazzia e mito) l’autore ricostruisce la vicenda quasi secolare dell’Ars Canusina, dalla sua genesi nell’Istituto Psichiatrico di Reggio Emilia ad oggi, con interessanti inediti. Il Capitolo V è interamente dedicato alla Tovaglia del Perdono e ai paramenti sacri con una lettura storica e iconografica dei motivi e delle valenze di questi elementi destinati all’uso liturgico. Una cospicua parte del volume è infine dedicata a illustrare in maniera puntuale le presenze figurative di Matilde di Canossa conservate in Vaticano, partendo dalle miniature del Codice di Donizone, offrendo spunti inediti di lettura e confermando l’incessante interesse dei papi per questa eccelsa figura di donna del Medioevo europeo. Pertinente ed esplicativo l’apparato figurativo che impreziosisce il volume e lo rende di piacevole e appassionate lettura.