SCANDIANO (Reggio Emilia) – Un uomo di 51 anni, già condannato nel 2019 dal tribunale di Monza a 5 anni di reclusione (dal mese di giugno 2021 a marzo 2026) per maltrattamenti in famiglia, nel mese di gennaio di quest’anno era stato ammesso dal Tribunale di Bologna a espiare il residuo della pena attraverso l’affidamento in prova al servizio sociale.

Il soggetto, responsabile già del grave reato commesso tra il 2004 e il 2011, durante l’affidamento in prova ha però continuato a maltrattare la moglie convivente, tanto da spingere il magistrato di sorveglianza a sospendere la misura alternativa e a ripristinare la detenzione carceraria, per espiare la pena residua. Un episodio, in particolare, ha portato alla revoca dell’attuale misura: alla fine dello scorso mese di settembre i carabinieri di Scandiano sono intervenuti presso l’abitazione del 51enne per sedare una lite in famiglia.

Arrivati sul posto, i militari hanno appurato che l’aggressore avrebbe prima sferrato un pugno alla moglie, per poi minacciarla. Gli operatori hanno quindi segnalato le condotte illecite al magistrato che ha effettivamente riconosciuto come l’ambiente domestico generasse conflitto e non fosse idoneo per proseguire la misura alternativa, motivo per cui, nella giornata di ieri, il soggetto è stato ricondotto in carcere.