REGGIO EMILIA – Tutti i riflettori sono puntati sull’ultimo appuntamento dell’edizione 2024 del Festival Aperto di Reggio Emilia, che sabato 23 novembre, alle ore 20.30 Teatro Municipale Valli, con replica alle ore 16 di domenica 24 novembre, si congeda con l’attesa Compagnia olandese NDT2, che presenta in prima italiana Folkå di Marcos Morau e An Untold Story di Nadav Zelner.
Nata come sorella minore del Nederlands Dans Theater, uno dei più importanti ensemble europei di danza contemporanea, l’NDT2 si è trasformata in una divisione completamente indipendente, attirando coreografi rinomati da tutto il mondo che vengono a creare appositamente per questa Compagnia che riunisce i giovani più promettenti del mondo della danza.
Folkå (2021), infatti, è stato creato dalla stella nel mondo del teatro e della danza europei, Marcos Morau, in collaborazione con i danzatori di NDT 2. In un pulsante paesaggio visivo e uditivo, si svolge la storia di comunità e dei suoi costumi e tradizioni. In un contesto di crescente polarizzazione e disconnessione da noi stessi e dagli altri, quest’opera ci invita a riunirci per perseguire aspirazioni comuni. Sollevante, liberatorio e trasformativo, così lo stesso Morau lo descrive: “Folkå è una cerimonia del nostro tempo che guarda al passato per ricordarci che continuiamo a celebrare la vita, attraverso riti mistici, qui immersi nella furia della contemporaneità, dove continuiamo a far parte di un ciclo senza fine. Folkå è un canto alla vita, una notte di offerta e di celebrazione”
In An Untold Story, Nadav Zelner, analizza le celebrazioni e le sfide della vita. Attraverso l’umorismo, le immagini inaspettate, i costumi espressivi e la musica popolare balcanica, la coreografia complessa e dal ritmo incalzante risplende, mettendo in risalto il virtuosismo artistico dei ballerini. “Mio padre ha detto: trasforma il tuo dolore in poesia – scrive Zelner – (…) Così compongo un lamento. Mi lascio andare a un bicchiere di limoncello. Continuo a versarmi. Questa festa spettacolare. Dove tutti possono essere schiacciati. Mi dimostra che essere felici è un’arte marziale”. Uno spettacolo che è un caleidoscopio, vario e mutevole. È un’ode alla vita, a tutto ciò che è buono, cattivo e a tutto ciò che c’è in mezzo. C’è spazio per la celebrazione, il divertimento, la follia e per la stranezza, l’intimità e la vulnerabilità.
MARCOS MORAU – Marcos Morau ha studiato coreografia all’Institut del Teatre di Barcellona, ricerca sul movimento a New York e ha conseguito un master in drammaturgia. In collaborazione con altri artisti, Morau ha fondato nel 2005 il gruppo La Veronal, che lavora nelle discipline della danza, del cinema, della letteratura e della fotografia. Il linguaggio coreografico di Morau tende a essere saturo di un assurdismo giocoso e di una teatralità che promuove un nuovo linguaggio narrativo.
NADAV ZELNER – Nato a Ramla, in Israele, Nadav Zelner (1992) ha scoperto il suo amore per la danza e l’ascolto della musica in tenera età. Al liceo è iniziata la sua passione per la coreografia. Dopo essersi formato presso la Kibbutz Contemporary Dance Company, ha lavorato instancabilmente per formare e sviluppare il proprio linguaggio e la propria tecnica di danza. Zelner ha creato lavori per compagnie di danza di tutto il mondo, come la Staatsoper Hannover, la Batsheva Dance Company, Introdans e la Gauthier Dance Company. Oltre all’amore per la danza, è appassionato di cinema e ha creato diversi cortometraggi di danza, uno dei quali ha ispirato il regista dell’Eurovisione israeliana del 2019. Zelner ha contribuito a coreografare una parte importante del concept di quell’anno.