REGGIO EMILIA – Venerdì 29, sabato 30 novembre, alle ore 20.30 e domenica 1 dicembre 2024 alle ore 15.30 va in scena al Teatro Ariosto di Reggio Emilia “Molto Rumore per nulla“, con Lodo Guenzi e Sara Putignano e la regia di Veronica Cruciani.
“Molto rumore per nulla” è uno tra i più noti testi di William Shakespeare. Commedia romantica, che gioca sul linguaggio, sui giochi di parole, sulle ambiguità, gli equivoci, gli intrighi, in cui non mancano duelli, scambi di persona, inganni, truffe. Al centro della storia, ambientata a Messina, ci sono due coppie di innamorati: Ero (figlia del governatore Leonato) e Claudio, e Benedetto e Beatrice (nipote di Leonato). A causa degli intrighi e inganni messi in atto dal malvagio Don Juan e dal suo braccio destro Borraccio, i due amori verranno minati, e solo dopo una nuova serie di tranelli e bugie la situazione riuscirà a ribaltarsi e a portare la vicenda verso il suo lieto fine.
In questo grande classico in salsa pop, a interpretare Benedetto è Lodo Guenzi, ormai noto sulle scene teatrali e cinematografiche, oltre a quella musicale, e a interpretare Beatrice è Sara Putignano attrice teatrale, televisiva e cinematografica.
Sulla scena, oltre a Guenzi e Putignano, diretti dalla regista Veronica Cruciani, completano il cast Paolo Mazzarelli, Francesco Migliaccio, Marco Quaglia e Romina Colbasso, Lorenzo Parrotto, Davide Falbo, Marta Malvestiti, Andrea Monno, Gianluca Pantaleo.
A curare la regia, l’attrice e regista Veronica Cruciani. Sullo spettacolo, scrive: “Le persone fingono costantemente di essere altro da quello che sono, vengono scambiate per altre persone o sono costantemente ingannate. Molto rumore per nulla è caratterizzato da una comicità ironica e d’effetto, ma nel testo risiedono anche riflessioni ben più complesse: come gli uomini e le donne vengano trattati in modo differente all’interno della società. La disparità di potere che sono costrette a subire le donne è uno dei temi centrali della commedia di Shakespeare che, per il linguaggio violento e la trama ingannevole, in certi momenti oscilla verso il tragico”.