Arcivescovo Morandi incontra UCID
Padre Saccò e don Avanzi

REGGIO EMILIA – La presentazione da parte dell’arcivescovo Giacomo dell’enciclica “Dilexit nos”, la quarta di Papa Francesco, è stata il focus dell’incontro dell’UCID – Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti – svoltosi lunedì 2 dicembre nella chiesa dei Cappuccini in preparazione al Natale.

Mons. Morandi – insistendo sulla centralità del “cuore” (dove albergano misericordia, bontà, affetti) – ha enucleato le peculiarità e gli obiettivi del recente documento magisteriale di Bergoglio; innanzitutto il ridare cuore all’istituzione ecclesiastica contro la globalizzazione dell’indifferenza. Scrive il Papa: “Oggi tutto si compra e si paga, e sembra che il senso stesso della dignità dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro. Siamo spinti solo ad accumulare, consumare e distrarci, imprigionati da un sistema degradante che non ci permette di guardare oltre i nostri bisogni immediati e meschini. L’amore di Cristo è fuori da questo ingranaggio perverso e Lui solo può liberarci da questa febbre in cui non c’è più spazio per un amore gratuito. Egli è in grado di dare un cuore a questa terra e di reinventare l’amore laddove pensiamo che la capacità di amare sia morta per sempre. Ne ha bisogno anche la Chiesa, per non sostituire l’amore di Cristo con strutture caduche, ossessioni di altri tempi, adorazione della propria mentalità, fanatismi di ogni genere che finiscono per prendere il posto dell’amore gratuito di Dio che libera, vivifica, fa gioire il cuore e nutre le comunità”.

Arcivescovo Morandi incontra UCID
Intervento dell’arcivescovo Morandi

L’arcivescovo Giacomo ha insistito sulla necessità di “scaldare” il cuore della comunità ecclesiale e qui la domanda: le celebrazioni riscaldano veramente il cuore?

Un secondo obiettivo: l’enciclica invita a porre al centro dell’esistenza la vita spirituale; come affermava il cardinale Newman, il cuore parla al cuore. La devozione al Sacro Cuore di Gesù – che contraddistingue i Gesuiti – in modo spontaneo e diretto “indirizza a Lui solo, che  chiama a una preziosa amicizia fatta di dialogo, affetto, fiducia, adorazione”. Priorità per la Chiesa e il credente è approfondire la Parola di Dio e vivere bene la liturgia.

Terzo aspetto: ripartire nell’educazione dall’amorevolezza, dall’affabilità come insegnava san Giovanni Bosco e sant’Ignazio di Loyola raccomandava di entrare nel cuore del Cristo: una via per maturare il proprio cuore per mano di un “maestro degli affetti”. Ecco allora il ruolo del padre spirituale che aiuta il credente a discernere pensieri e affetti. Tale devozione al Sacro Cuore ha una dimensione sociale: guardare al Signore, che «ha preso su di sé le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie» aiuta a prestare maggiore attenzione alle sofferenze e ai bisogni degli altri. Occorre quindi uscire dal proprio io, non essere più al centro di tutto e accorgersi che gli altri esistono. Serve un rinnovamento della vita di fede per essere testimoni autentici per i fratelli, che attendono, l’annuncio della Parola salvifica di Dio.

L’incontro dell’UCID era stato aperto dalla Santa Messa presieduta da don Francesco Avanzi e concelebrata dal cappuccino padre Davide Saccò. La riflessione dell’arcivescovo era stata introdotta da Fabio Storchi, presidente dell’UCID, che ha poi delineato ai soci l’attività svolta e in particolare assieme a don Avanzi ha presentato la nuova destinazione della canonica di San Giacomo ristrutturata a casa per incontri giovanili; l’inaugurazione è prevista per il prossimo 11 gennaio. La serata è stata conclusa dalla presentazione dei nuovi soci a cui mons. Morandi ha consegnato il distintivo dell’UCID.