Di Dario Caselli
REGGIO EMILIA – Questa storia ci racconta perché a Reggio per il Pd la Conad sia la Conad e i cittadini non siano …nulla. C’era una volta l’Ospizio, che ha dato il nome al quartiere, che aveva un consiglio di amministrazione e un Presidente, che per vecchiaia fu chiuso e si pensò subito come sfruttare la sua ampia volumetria, accordata dal Comune. Ma il tempo passava e l’edificio veniva occupato da soggetti di cui nessuno sapeva nulla, né più né meno come alle Reggiane. Alla fine si decise di abbatterlo, ma il tempo passava e intorno cresceva un bosco spontaneo. La cosa andava avanti tranquilla da alcuni decenni, se la memoria non mi tradisce.
Insomma, diciamolo, ce lo eravamo dimenticato, ma la Conad non aveva certo scordato l’ampia volumetria nascosta dal bosco spontaneo. Un tesoro edificabile sepolto, ma non cancellato e lo ha dissotterrato, del resto ormai il marchio Conad a Reggio tende a occupare ogni spazio commerciale, per blindare il territorio: Le Querce, Le Vele, Le Colline e ora immagino un altro nome solare non certo L’ Ospizio, a completare un quadrilatero che difende la sua posizione. Bravi lo sono, non c’è che dire, hanno preso il posto di una indebolita Coop e pure i risultati lo confermano. La concorrenza privata o è chiusa in centro, vedi Esselunga o confinata verso le periferie, ma così va il mondo, altrove sono i privati a fare la parte del leone.
Insomma, come direbbe il defunto Caprotti, il binomio Falce e Carrello funziona ancora, anche se non sono più sicuro che nel carrello ci sia la falce, si sa che i tempi cambiano, ma gli affari restano uguali. Trovato il tesoro, è partita la protesta dei cittadini, come era recentemente accaduto per il Conad di via Luxemburg, al grido di basta cemento, l’Emilia è regina nel consumo di suolo e Reggio non è da meno, salviamo il verde, in questo caso un bosco spontaneo. Ma come sempre il Pd ci ha raccontato che i diritti edificatori non si toccano, anche se sepolti, che Reggio ha bisogno di supermercati, non vorrai ridurre le persone a fare la spesa al mercato o nelle botteghe che non hanno neppure il carrello, per la falce non sappiamo. Insomma, i cittadini presentano mozioni, i Verdi si agitano, i Cinque Stelle si scapigliano, le minoranze si accodano, ma il Pd non fa un plissè. Dal partito Stato, al partito del carrello.
C’è malcontento perché la Giunta ha deciso prima di ascoltare i cittadini, in effetti sono stati maleducati, anche se non sarebbe cambiato nulla, però a differenza del terzomondismo, della pace, della povertà, gli affari non possono aspettare il rosario delle petizioni, dei discorsi vuoti. Insomma, il carrello dell’economia dei consumi deve correre, però il dibattito si è tenuto, sebbene a babbo morto. Abbiamo potuto apprezzare autentici episodi di eroismo: i Verdi dell’assessora Bonvicini, sdegnati si sono aggiunti al voto delle opposizioni, avendo verificato che il Pd avesse i numeri da solo. Il loro gesto avrebbe dovuto comportare l’uscita dalla Giunta, ma la Bonvicini è un’eroina prudente, non una scalmanata come Rosa Luxemburg, che peraltro si è già beccata il suo bel Super Conad.
Insomma, cosa volete, sono come i cocomeri, verdi fuori e rossi dentro. E’ vero, candidano la Salis, ma solo per facciata, in fondo la rivoluzione si fa meglio dal governo ed è meglio viaggiare in carrello che a piedi e poi si sa, i supermercati combattono la fame. Anzi a sentire i Cinque Stelle di Reggio sconfiggono la povertà. Apprendiamo dalla coordinatrice che lei, l’assessore Cinque Stelle e il capogruppo, nonché unico consigliere, avevano concordato un comunicato. Purtroppo il Bertucci, così si chiama il consigliere- capogruppo, deve essersi scocciato di tanta ipocrisia, da dire quello che tutta la maggioranza pensava. Rivolto ai firmatari dell’appello a fermare il Conad, ha chiesto quanti pannelli solari avessero montato e quanti alberi avessero piantato. Insomma, non rompessero che qui dobbiamo far viaggiare i carrelli, non perdere tempo con bubbole sul verde, quella è roba da campagna elettorale, del resto fin che ci votano con tanto entusiasmo, perché cambiare? Conad: fatti, non alberi.