Di Giuseppe Adriano Rossi

Cattedrale di Reggio Emilia

REGGIO EMILIA – Nel pomeriggio di domenica 29 dicembre – festa della Santa Famiglia di Nazareth – si aprirà solennemente in diocesi, alle 16.00, il Giubileo con un breve pellegrinaggio che dalla basilica di San Prospero raggiungerà il Battistero e infine la Cattedrale, dove avrà luogo la celebrazione eucaristica.

Lo annuncia l’arcivescovo Giacomo in una lettera indirizzata al Popolo di Dio che è in Reggio Emilia – Guastalla, dal significativo titolo “Giubileo: un popolo in cammino, testimone della speranza che non delude”.

Si tratta di “un evento di grazia”, scrive mons. Morandi, per rinnovare la fede e soprattutto – come auspica Papa Francesco – per riscoprire la speranza che non delude.

“Il tempo nel quale ci è dato vivere porta con sé gravi preoccupazioni, angosce, anche immani tragedie, come la guerra che da ormai troppo tempo sta devastando nazioni e intere popolazioni. La tentazione a cui siamo sottoposti può essere quella della paura e della rassegnazione, o di chiuderci nell’indifferenza, occupandoci solo di noi stessi e del nostro interesse particolare”.

Non è possibile, però, assecondare questi pensieri; al contrario, sottolinea anche ora il Vescovo, “siamo chiamati come comunità cristiana a farci carico delle sofferenze dei nostri fratelli e sorelle, a rendere ragione della speranza che è in noi”.

Pertanto l’Anno giubilare proclamato dal Papa diventa un pressante invito alla conversione e alla riconciliazione con Dio e tra gli uomini: “è un tempo nel quale possiamo sperimentare e gustare la misericordia del Padre che rinnova ogni cosa e rende possibile, già da ora, inaugurare i cieli nuovi e la nuova terra”.

Nell’invito a partecipare alla celebrazione di apertura del Giubileo “come popolo di Dio pellegrinante verso la Gerusalemme celeste” mons. Morandi sottolinea il dono grande della fede “fondamento di quella speranza che è il dono più grande che possiamo donare a piene manie con generosità a chiunque incontriamo sulla nostra strada”.

L’arcivescovo Giacomo sottolinea infine che iniziare insieme il cammino giubilare aiuterà a riscoprire che “anche nella nostra terra c’è ancora un popolo numeroso che appartiene al Signore e al suo Regno e che, pur in mezzo a tante difficoltà, non si avvilisce e non si rassegna, ma anzi raccoglie e vive la missione che il suo Signore gli ha affidato: essere luce  del mondo e sale della terra”.