REGGIO EMILIA – Questa mattina presso la Sala del Tricolore di Reggio Emilia si è svolta la giornata di studi “Renzo Bonazzi. L’uomo, il sindaco, l’intellettuale”. L’iniziativa è stata promossa da Comune di Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, Anpi e Istoreco per approfondire la conoscenza della figura di Bonazzi e ripercorrere aspetti del suo impegno pubblico all’interno dell’orizzonte del riformismo emiliano.
Renzo Bonazzi è stato sindaco di Reggio Emilia dal 1962 al 1976, senatore della Repubblica dal 1976 al 1987 e protagonista di spicco della stagione del riformismo emiliano del secondo Novecento. Era nato nel 1925 e la sua lunga vita, conclusasi nel 2010, con solida coerenza è stata dedicata al bene comune, anche nei diversi incarichi politici, in seno al Pci, e istituzionali nazionali ricoperti o quando si è trattato di incidere sulla città, tra anni Sessanta e Settanta, costruendo nuovi modelli di welfare, di educazione, di urbanistica e di organizzazione amministrativa, valorizzando le competenze tecniche e culturali associate a quelle politiche.
“Ci accingiamo oggi – ha detto il sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari – in occasione del centenario della nascita, ad avviare il terzo momento pubblico di riflessione e studio su Renzo Bonazzi, dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2010. Dopo La cultura del cambiamento, Renzo Bonazzi, sindaco di Reggio Emilia (1962-1976) del 2012 e Renzo Bonazzi. protagonista della stagione delle conquiste e dei diritti del 2022, che hanno sviluppato con efficacia temi specifici ancorché pienamente integrati e coerenti tra loro ed emblematici del pensiero del protagonista, oggi con Renzo Bonazzi. l’uomo, il sindaco, l’intellettuale possiamo cogliere l’intento di una rappresentazione ancor più completa, a tutto tondo, di questa illustre personalità di Reggio Emilia, città di cui fu sindaco dal 1962 al ’76, per essere poi eletto senatore da quello stesso anno all’87.
Non siamo qui per una ricorrenza meramente celebrativa – un approccio di questo tipo non sarebbe probabilmente gradito neppure a Renzo, così anticonformista, attento alla concretezza delle idee e all’urgenza dei bisogni. Siamo qui per riscoprire Renzo e ritrovarci in lui, operando anche per la conservazione e promozione del suo lascito politico-culturale.
A tale scopo è stato intrapreso un percorso per la valorizzazione del patrimonio documentario legato a Bonazzi, a partire dalla donazione alla Biblioteca Panizzi dell’Archivio Bonazzi e per la quale si ringraziano gli eredi, Alessandro e Federico Bonazzi, per il generoso gesto di donazione, attualmente in corso di perfezionamento.
Bonazzi appartiene a quella generazione – segnata dalla guerra e dall’impegno per il rinnovamento dell’Italia postbellica – e ad una cultura politica – quella del partito comunista – in cui attività pubblica, militanza politica e impegno culturale si intrecciano strettamente. Questa propensione si riflette anche nell’ambito dell’azione amministrativa promossa da Bonazzi, con la circolazione di idee e saperi tra società civile e decisione pubblica grazie al sodalizio di Bonazzi con tecnici e intellettuali.
L’impegno di Bonazzi, nonostante il forte radicamento locale, s’iscrive inoltre nell’orizzonte regionale e nazionale. Infatti Bonazzi rappresenta una figura paradigmatica del riformismo emiliano promosso dal Pci, che annovera tra le sue file personalità come Renato Zangheri (di cui anche per quest’ultimo ricorre il centenario della nascita).
Coniugando l’attività politico-istituzionale con una spiccata propensione all’impegno culturale, Bonazzi ha promosso infatti un innovativo modello amministrativo e di welfare operando per la trasformazione della città a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, nella stagione delle riforme.
Coniugando saperi, spirito di tolleranza e neoavanguardie con un approccio culturale non convenzionale; e grazie alla capacità di grandi mediazioni politiche attuate con intelligenza e innata eleganza, pacatezza e semplicità, Renzo seppe intercettare quella spinta a innovare e ne fu coautore, aiutò la città a comprendere il cambiamento e a investirvi le energie migliori, dando prospettive nuove e ampie, costruendo servizi e città pubblica, credendo nei giovani, riducendo al minimo le distanze tra persone e cultura, aprendo le porte di biblioteche, musei e teatri e riempiendo quei luoghi di contenuti nuovi.
In definitiva, Renzo Bonazzi era – ma potremmo dire è, data l’attualità della sua figura e del suo contributo – una persona leale verso la sua città, onesta: un democratico generoso e dall’intelligenza appassionatamente aperta, dallo stile inconfondibile e discreto, ma dalla tempra determinata. Potremmo pensare a Renzo come a una persona umile di spirito, ma non di idee. A questa persona, così alta e così vicina, la città non può non essere riconoscente”.