REGGIO EMILIA – Sono ufficialmente iniziate le operazioni per stabilire le cause dell’incendio che ieri ha distrutto lo stabilimento Inalca. Il rogo ha coinvolto più di 20mila metri quadrati di capannoni e ha toccato gli impianti del gruppo Cremonini e poi quelli della vicina Quanta-Stock&Go, magazzino di stoccaggio di materie prime per conto di Cirfood. Il personale dei Vigili del Fuoco, appartenente al Nucleo Investigazioni Antincendio (NIA), è al lavoro per raccogliere elementi utili a ricostruire la dinamica dell’evento e individuare eventuali responsabilità.

I vigili del fuoco da tutta la regione hanno lavorato quasi 24 ore per il maxi incendio, che è scoppiato nella notte tra lunedì e martedì in Via Due Canali, alle porte del centro storico di Reggio.

Le fiamme sarebbero partite da un locale tecnico di Inalca, ma sull’esatta origine del rogo ora proseguiranno gli accertamenti del Nucleo Investigazioni Antincendio. I primi elementi non sembrano puntare verso il dolo ma la Procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo di inchiesta non escludendo formalmente alcuna ipotesi. Le indagini sono affidate a squadra mobile della polizia oltre che ai vigili del fuoco.

Le immagini, spaventose, della colonna di fumo e fiamme, hanno scatenato non poca apprensione nella cittadinanza. Nei pressi del sito l’odore dell’aria era molto acre, per questo alcune persone hanno indossato le mascherine. Il Comune ha invitato i cittadini a tenere le finestre chiuse, mentre i primi rilievi dell’Arpae non hanno segnalato valori di sostanze nocive sopra norma anche se i campionamenti, pure alcuni speciali vicino istituti scolastici, continueranno nei prossimi giorni.