REGGIO EMILIA – A 48 ore dal ritrovamento di amianto nell’area dello stabilimento Inalca, distrutto dalle fiamme, e a un giorno dall’inizio delle operazioni di bonifica, crescono le proteste e le richieste dei cittadini. Il gruppo REGGIO EMILIA RIPULIAMOCI ha chiesto un incontro pubblico con esperti, autorità sanitarie e cittadini per discutere delle operazioni di bonifica, delle misure preventive e dei metodi utilizzati per rilevare e misurare la presenza di amianto nell’aria, dopo che frammenti sono stati trovati nei giardini e cortili delle abitazioni circostanti.

Stefano Ferrari di ReggioEmiliaRipuliamoci: “Centinaia di detriti sparsi nel raggio di 600/800 metri dal terribile rogo di Inalca. ReggioemiliaRipuliamoci e i suoi volontari prontamente si sono messi all’ opera per segnalare il problema e recuperare dove possibile i detriti e consegnarli alle autorità preposte. Chiediamo a gran voce un incontro pubblico dove sindaco Massari, Arpa e Vigili del fuoco dovranno spiegarci cosa abbiano respirato in questi giorni e soprattutto cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro visto che molti di questi frammenti sono già in viaggio per la falda acquifera”

Anche AFEVA, l’associazione famigliari e vittime amianto, ha preso posizione sulla questione, chiedendo al Comune di compiere il passo successivo. Dopo la mappatura della presenza di amianto nel territorio, AFEVA sollecita l’intervento per rimuovere completamente il materiale pericoloso. Davide Vasconi, responsabile dell’associazione, ha sottolineato che le fibre di amianto sono venti volte più sottili dei capelli, un fattore che potrebbe aumentare il rischio di diffusione.

Infine, il Comitato Leoni di San Prospero ha espresso il disagio dei cittadini, che si sentono trascurati, chiedendo al sindaco di chiarire le decisioni prese riguardo alla gestione dell’amianto nello stabilimento.