
CORREGGIO (Reggio Emilia) – Cinque partigiani e due civili. Morirono ottant’anni fa, esattamente dieci giorni prima della Liberazione, il 15 aprile del 1945 a Fosdondo. Le vittime di una battaglia combattuta nei giorni finali della guerra tra Canolo e Fosdondo verranno ricordate domenica 13 aprile: a partire dalle ore 10 la commemorazione prevede la partenza del corteo accompagnato dalla banda cittadina L. Asioli dal Circolo “Il Quartiere”. A seguire interventi di Fabio Testi, Sindaco di Correggio, e Giuseppe Lini, Presidente ANPI Correggio. Alle ore 11.30 ritorno al Circolo “Il Quartiere” per un aperitivo resistente offerto da ANPI Correggio.
La mattina del 15 aprile 1945 i partigiani vengono a conoscenza che un notevole carico d’armi è fermo a Gazzata. Si incarica d’andarlo a prelevare Sergio Fontanesi (Mauser) insieme a Giacomo Pratissoli (Aldo). Verso mezzogiorno un gruppo di fascisti, proveniente da Bagnolo e diretto a Correggio, cattura Ennio Bassoli (Musco). I partigiani del distaccamento di Fosdondo li attaccano, permettendo al prigioniero di fuggire, ma, nel primo pomeriggio, il gruppo di fascisti bagnolesi che sta facendo ritorno al proprio presidio si ferma a Fosdondo cominciando a perquisire case e cittadini. Proprio in questo momento arrivano Mauser e Aldo, seguiti da altri partigiani con il carico d’armi. I fascisti fermano i due e li uccidono. I partigiani, a loro volta, aprono il fuoco contro i fascisti. Alcuni rimangono uccisi e altri si ritirano nella chiesa da dove continuano a sparare e i partigiani decidono di chiamare rinforzi, tra cui un distaccamento G.A.P.
A questo punto l’eco della battaglia si è ormai propagata a tutto il territorio circostante e i fascisti convogliano sul luogo circa 300 uomini, accerchiando i partigiani. Mentre si avvicinano, i fascisti gridano alcuni nomi di battaglia tra cui “Carburo” (Paride Caminati) e “Diavolo” (Germano Nicolini). Il primo, credendo che si tratti di compagni, si alza e si avvicina, ma a pochi metri di distanza viene freddato da una scarica di mitra. Non molto distante anche il giovane Luciano Tondelli (Bandiera) – protagonista della canzone di Ligabue “I campi in aprile” – viene ucciso dal fuoco nemico. Il comandante “Diavolo” dà ordine di sganciarsi, ma Angiolino Morselli (Pippo) non si muove dalla propria postazione e tiene impegnato il nemico permettendo ai compagni di ritirarsi e di salvarsi. Il bilancio della giornata: cinque partigiani e due civili uccisi e tre feriti. Non è mai stato possibile accertare le perdite in campo fascista, anche se, dall’andamento del combattimento, si presume ammontino a qualche decina.