Fabio Storchi

Anche l’Ucid di Reggio Emilia ha partecipato al Giubileo di Lavoratori ed Imprenditori che si è appena concluso a Roma. Fabio Storchi, presidente Ucid di Reggio Emilia, lancia un monito: “E’ ora di scegliere fra economia civile ed economia che pensa a generare solo profitto”. L’eco del Giubileo dei Lavoratori e degli Imprenditori ha risuonato con forza dopo le parole pronunciate da sua eccellenza monsignor Savino, vicepresidente della Cei, ponendo imprenditori e dirigenti di fronte a un bivio cruciale: costruire una nuova economia che non escluda ma includa,  che non consumi, ma generi, che non sfrutti, ma custodisca.

Fabio Storchi, presidente dell’Unione cristiana dirigenti e imprenditori di Reggio Emilia, a conclusione dell’evento romano, che ha visto la partecipazione di oltre 500 rappresentanti del mondo imprenditoriale, lancia un monito chiaro: “in un’epoca di grandi cambiamenti economici, sociali e culturali, gli imprenditori cattolici devono riaffermare con chiarezza i valori fondamentali dell’impresa: la dignità del lavoro, la centralità della persona, la responsabilità sociale, la legalità e la giustizia.  Non è più procrastinabile la scelta tra un’economia civile, orientata al bene comune, e un’economia focalizzata esclusivamente sul profitto. Il Giubileo ha rappresentato un’occasione per ribadire che l’impresa autentica non può ridursi a una mera logica di profitto, ma deve riconoscere nei collaboratori la sua risorsa più preziosa. Serve coerenza di intenti e di azioni. La sfida odierna è chiara: scegliere da che parte stare, con la consapevolezza che la fede e l’azione imprenditoriale sono indissolubilmente legate nella costruzione di un futuro più giusto e sostenibile”.

Monsignor Savino ha ribadito con forza l’incompatibilità tra la fede cattolica e un sistema economico che “ammazza, genera scarti e distrugge la dignità della persona”. L’esortazione a farsi interpreti di “un’impresa che, attraverso il lavoro, contribuisca alla dignità delle persone” ha trovato una profonda risonanza tra i rappresentanti Ucid presenti alla cerimonia.

L’omelia di monsignor Savino ha affrontato altri nodi cruciali del presente: la sicurezza sul lavoro, i salari inadeguati al costo della vita e la necessità inderogabile di legalità come fondamento di giustizia. Un’economia che ignora questi principi, come ammonisce il Vicepresidente della Cei, mina le fondamenta stesse della democrazia, aprendo la strada a derive autocratiche.

L’immagine del presidente nazionale dell’Ucid, Gian Luca Galletti, che porta la croce lungo via della Conciliazione fino a San Pietro, diviene il simbolo di una chiamata pressante: “gli imprenditori cattolici sono chiamati a farsi carico della ‘croce di una completa revisione dei dogmi economici’ che stanno conducendo a una crisi di principi dannosa per l’intera collettività. Questa revisione implica una coerenza radicale: l’adesione all’economia civile non può limitarsi a dichiarazioni di intenti, ma deve tradursi in prassi aziendali concrete, in un impegno costante per il benessere sociale, la tutela dell’ambiente e il progresso della comunità in cui l’impresa opera” conclude Storchi.