REGGIO EMILIA – Domenica 25 maggio alle ore 17.30 nel Salone del Capitano del Popolo, Hotel Posta, avrà luogo la presentazione del volume La storia, la mia vita, che raccoglie studi in onore di Gino Badini. Ai saluti introduttivi di Angela Chiapponi e Giuseppe Adriano Rossi farà seguito l’intervento di Lorenzo Del Boca, giornalista e saggista, già presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, sul tema “Giornalismo e cultura”. Il volume di 452 pagine, con un cospicuo corredo iconografico, è edito a cura di Angela Chiapponi, Giuseppe Adriano Rossi e Angelo Spaggiari dalla NuovAppennino.
La figura di Gino Badini rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per la cultura storica e archivistica di Reggio Emilia e dell’Italia intera, lasciando un’impronta indelebile nel panorama culturale italiano. Con questo volume intendiamo rendere omaggio alla sua straordinaria eredità intellettuale, raccogliendo studi che riflettono i molteplici ambiti della sua attività e della sua ricerca, testimoniando al contempo il generoso e prezioso impegno nella cultura e nella società civile reggiana. Il dott. Badini non è stato solo un insigne archivista e storico, ma anche un instancabile promotore della conoscenza storica, capace di coniugare rigore scientifico e una straordinaria capacità divulgativa. La sua carriera, che lo ha visto dirigere per decenni l’Archivio di Stato di Reggio Emilia, è stata caratterizzata da una visione moderna e dinamica del ruolo degli archivi: non solo custodi della memoria, ma centri di produzione culturale e di valorizzazione del patrimonio documentario. L’Archivio di Stato, la Sezione di Reggio Emilia della Deputazione di Storia Patria, la Società Reggiana di Studi Storici, l’Associazione Stampa sono stati alcuni degli ambiti privilegiati del suo impegno e del suo “magistero”, termine che certamente a lui ben si confà. Il volume si apre con il contributo di Fabrizio Anceschi che ha curato la bibliografia di Gino Badini: la sua sterminata produzione di saggi, studi, volumi costituisce nel contempo l’approdo a sicure certezze e l’indispensabile punto di partenza per ulteriori indagini. Risulta un preziosissimo strumento di lavoro per gli studiosi.
Seguono poi gli interventi dei relatori del convegno, tenutosi nel decennale della morte il 23 settembre 2023, partendo dall’approfondimento di Andrea Gamberini che presenta Gino Badini come genius loci della cultura storica reggiana. Gamberini ricorda l’eterogeneità dei contributi di Badini che spaziano tra la divulgazione alta e la ricerca con la capacità di cercare di tenerle sempre insieme, una dote non comune. Notevole il suo rapporto con le fonti, la sua grande capacità critica di analizzarle in maniera perfettamente consapevole e lo stesso identico rapporto consapevole con la storiografia. E, soprattutto, il suo essere davvero un maestro nel promuovere occasioni di incontro e di scambio. Uno studioso che non solo ha prodotto molto ma ha saputo mettere a disposizione e indicare dei percorsi a chi si voglia accostare alla storia.
Anche il professor Angelo Spaggiari, scomparso mentre era in corso l’edizione del volume, nella sua relazione traccia la biografia archivistica di Badini con un’acuta e approfondita indagine da cui ne emerge l’impegno su varie partizioni della disciplina, un impegno sempre basato su un lungo lavoro di indagine storico-istituzionale e storico- archivistica che gli ha portato lusinghieri risultati che lo collocano senza dubbio in una posizione di primissimo livello nel panorama archivistico italiano dell’ultimo quarto del XX secolo.
Il saggio di Stella Leprai, direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia, propone un excursus molto interessante del percorso professionale di Gino Badini come Direttore dell’Archivio, mettendo ben in evidenza i due capisaldi che lo hanno continuamente ispirato, la tutela del patrimonio e la sua valorizzazione. Ricorda che per Badini l’Archivio doveva essere un promotore autonomo di cultura ma, nel contempo, partecipe delle manifestazioni culturali cittadine e mantenere un rapporto costruttivo con la stampa, idea perseguita negli anni con estrema coerenza.
Anche il giornalista Alessandro Merli ricorda Badini al centro della vita culturale reggiana, nonché la sua passione civica per Reggio e per il suo territorio, i suoi rapporti con i giornali cittadini e non solo e il suo impegno nel valorizzare le riviste di storia locale, come Reggio Storia.
Seguono poi i saggi in onore di Badini, che si articolano attorno ai principali filoni di ricerca che hanno contraddistinto la sua opera. Tra questi spiccano gli studi sull’archivistica, con particolare riferimento all’organizzazione e alla valorizzazione degli archivi storici; le ricerche sulla storia di Reggio Emilia, dalla medievale vicenda dei Canossa fino all’età contemporanea; e le indagini sulla figura di Matilde di Canossa, a cui Badini ha dedicato un’importante parte della sua produzione storiografica.
Concludono poi il volume le testimonianze di enti e istituzioni che hanno collaborato con Badini nel suo percorso professionale ed umano. Il volume nel suo complesso si configura dunque come un omaggio corale e sfaccettato a Gino Badini, un tributo che ne celebra non solo le competenze professionali, ma anche la statura umana, la passione civile, la curiosità intellettuale e la generosità d’animo. Attraverso le voci di chi lo ha conosciuto, stimato e studiato, emerge un ritratto vivido e completo di un intellettuale che ha lasciato un segno indelebile nella cultura reggiana e nel panorama archivistico italiano, un’eredità preziosa che questo volume ambisce a custodire e a trasmettere alle future generazioni.
La lettura di queste pagine si offre come un invito a riscoprirne e valorizzarne l’opera, fonte inesauribile di ispirazione e stimolo per chiunque si impegni con passione e competenza nella tutela, nella valorizzazione e nella diffusione del nostro inestimabile patrimonio culturale. La cultura, la storia civile, economica e religiosa della nostra Provincia hanno un grosso debito nei confronti di Gino Badini, a lui si devono il raggiungimento di inoppugnabili conoscenze e lo stimolo, in particolare ai giovani, a dedicarsi agli studi storici – sembra riecheggiare l’appello di Foscolo: Vi esorto alle storie! – la passione per la storia locale intesa nella sua ampia accezione: la ricerca delle proprie radici. Questo l’insegnamento e l’eredità che ci viene da Gino Badini: amico e maestro.